Per il giallo di Villa Pamphili, madre e figlia assassinate e abbandonate nel parco, fermato in Grecia il presunto assassino. Si tratta di Rexal Ford, 46 anni, cittadino americano: individuato grazie al cellulare e riconosciuto in video. “Robusti indizi”, dicono i magistrati. In corso le procedure per l’estradizione.
Due corpi, una scena agghiacciante e una fuga all’estero che si conclude con un arresto. È l’intreccio tragico dietro al giallo di Villa Pamphili, dove nei giorni scorsi sono stati rinvenuti i cadaveri di una donna e della sua presunta bambina di appena sei mesi.

A fare da sfondo, uno dei parchi più estesi e frequentati della Capitale, diventato improvvisamente teatro di un duplice omicidio dai contorni ancora oscuri.
Villa Pamphili, un arresto
Le autorità italiane hanno identificato il principale sospettato: si tratta di Rexal Ford, 46 anni, cittadino americano con precedenti penali per maltrattamenti. L’uomo è stato fermato in Grecia, sull’isola di Skiathos, e sarà estradato nelle prossime ore. Decisivo il tracciamento del suo telefono cellulare.
Il caso è esploso nei giorni scorsi quando, all’interno del parco di Villa Pamphili a Roma, vengono rinvenuti due corpi: quello di una donna, nuda e chiusa in un sacco nero, e quello di una bambina di circa 6-8 mesi, abbandonato in un cespuglio a poca distanza. Entrambe le vittime risultano senza documenti e le autorità impiegano giorni per risalire a un possibile collegamento familiare.
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Le condizioni dei corpi rivelano una dinamica inquietante. La neonata presenterebbe segni compatibili con soffocamento e percosse. Per la donna, invece, non sono emerse lesioni evidenti. La sua identità resta incerta, anche se Ford l’aveva identificata pubblicamente come sua compagna.
Chi è Rexal Ford
Rexal Ford ha 46 anni ed è originario degli Stati Uniti. Si presenta con tratti latini e ha un passato giudiziario complicato: negli USA risultano a suo carico diverse segnalazioni per maltrattamenti. In Italia era arrivato come turista, anche se pare vivesse con piccoli lavori saltuari, sostenendo di essere un attore e regista in Italia per la produzione di un film.
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Nei giorni successivi al delitto ha tentato la fuga. Viene identificato grazie all’attivazione del suo cellulare e all’acquisto di un biglietto Ryanair da Fiumicino verso la Grecia.
L’uomo era già stato riconosciuto attraverso alcune testimonianze. Le forze dell’ordine lo avevano identificato in un episodio precedente:
“Siamo turisti americani, lei è la mia compagna e questa è nostra figlia” avrebbe detto Ford a una pattuglia di polizia intervenuta settimane fa per una lite a Campo de’ Fiori, episodio finito anche nel mirino della trasmissione Chi l’ha visto?.
Villa Pamphili, il fermo in Grecia
Rexal Ford viene individuato ieri, venerdì 13 giugno, sull’isola di Skiathos, grazie a un mandato d’arresto europeo. Gli investigatori lo localizzano tramite l’uso del cellulare e delle carte di credito, oltre che grazie a immagini di videosorveglianza che lo ritraggono mentre spinge un passeggino nei pressi della zona del ritrovamento.
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“Ci sono robusti indizi”, ha dichiarato il procuratore di Roma Francesco Lo Voi, parlando di “ragionevole sospetto” nel caso di duplice omicidio. Il fermo in Grecia è avvenuto con la collaborazione della polizia ellenica. La procedura di estradizione dovrebbe concludersi entro 20-25 giorni. Forse anche prima…

La pista investigativa
Al momento le accuse a carico di Rexal Ford comprendono l’omicidio volontario della bambina e la soppressione del cadavere della donna. I magistrati parlano di una possibile morte avvenuta in tempi diversi: la madre sarebbe morta per prima, forse per cause naturali, mentre la bambina è deceduta in un secondo momento, probabilmente per fame, percosse o abbandono.
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Le impronte digitali trovate sul sacco e le testimonianze raccolte da Caritas, mercati romani e mense popolari hanno permesso di ricostruire gli spostamenti del presunto nucleo familiare. Diverse segnalazioni erano arrivate anche alla redazione di Chi l’ha visto?, che ha fornito materiale utile alle indagini.
Villa Pamphili, il ruolo delle telecamere e delle celle telefoniche
Determinanti per la ricostruzione degli eventi sono stati i dati delle celle telefoniche e i filmati delle telecamere di sicurezza. Le immagini mostrano Ford nei pressi di Villa Pamphili con la bambina, che indossa una tutina rosa ritrovata anche in un cestino vicino al corpo.
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“L’uomo ha lasciato attivo il cellulare per giorni dopo la fuga, questo ha consentito l’intervento rapido delle autorità”, spiegano fonti investigative. La tracciabilità dei suoi movimenti ha confermato la sua presenza sul luogo del delitto e la successiva partenza da Fiumicino.
Una fuga maldestra e incauta, che ora lo mette definitivamente nei guai.
Le parole della Procura di Roma
Il procuratore aggiunto Giovanni Cascini ha chiarito alcuni aspetti dell’indagine già considerati molto significativi: “La posizione dell’uomo è gravissima. Abbiamo già avviato le procedure per l’estradizione. Il materiale raccolto è sufficiente a fondare l’accusa per l’omicidio della minore e per la distruzione del cadavere della donna”.
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“Al momento – continua Cascini – non è ancora possibile stabilire con certezza se Ford sia il padre biologico della bambina. Saranno necessari esami genetici. Tuttavia, ha dichiarato più volte che si trattava di sua figlia”.
I prossimi passi
Con l’arresto di Ford si chiude il primo cerchio investigativo. Ora si attende il completamento dell’iter per l’estradizione in Italia. Nel frattempo, proseguono gli accertamenti medico-legali per stabilire con certezza le cause del decesso della donna, nonché l’esame dei campioni biologici per chiarire eventuali rapporti di parentela.
Il caso di Villa Pamphili ha scosso l’opinione pubblica per la violenza e per il contesto: un luogo di passeggiate e famiglie, trasformato in pochi giorni in un luogo del crimine. Un giallo ancora denso di interrogativi, ma su cui ora le autorità sembrano aver messo un punto fermo con l’individuazione del presunto responsabile.