Martina, 14 anni: assassinata dall’ex fidanzato con un colpo di pietra alla testa

Martina Carbonaro, 14 anni, è stata uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato Alessio Tucci. Il 19enne ha confessato l’omicidio, avvenuto in un edificio abbandonato. La ricostruzione del delitto e delle ultime ore di vita della ragazza.

Una ragazzina di 14 anni, le cui immagini in effetti danno l’impressione di qualche anno in più. Ma tra le pagine del diario di Martina trapela tutta l’innocenza di una ragazzina.

Omicidio Martina Carbonaro
Martina Carbonaro in un selfie del suo profilo Instagram. Aveva 14 anni – Credits ANSA (qnm)

Il corpo senza vita di Martina Carbonaro è stato ritrovato nella notte tra lunedì e martedì in un contesto di particolare degrado, un edificio abbandonato nei pressi dell’ex stadio Moccia, ad Afragola, in provincia di Napoli.

La 14enne era scomparsa la sera precedente, dopo aver detto ai genitori che sarebbe uscita per un gelato con un’amica. E invece Martina era salita a bordo di uno scooter guidato dal suo ex fidanzato, Alessio Tucci, 19 anni, che l’ha condotta in un luogo isolato, con il pretesto di un chiarimento. Per poi ucciderla.

Martina Carbonaro, aveva solo 14 anni

Un delitto particolarmente drammatico ed efferato le cui circostanze sono state ricostruite in due fasi. Nel pomeriggio del 27 maggio, lunedì, i carabinieri avevano trovato tracce di sangue, gli occhiali della ragazza e una pietra sporca. Poi, solo a notte fonda, hanno rinvenuto il corpo della giovane, nascosto sotto un armadio e alcuni detriti.

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Secondo il medico legale, Martina è morta per le ferite causate da almeno quattro violenti colpi inferti alla testa con un corpo contundente. Che in un secondo momento si rivelerà essere una pietra.

La confessione di Alessio Tucci

Alessio Tucci è stato rintracciato poche ore dopo il delitto, quando il corpo di Martina era ormai stato consegnato all’istituto di medicina legale. Inizialmente ha negato. Poi ammesso tutto, dopo essere stato messo sotto pressione dagli inquirenti soprattutto di fronte alle immagini di videosorveglianza che lo ritraevano insieme a Martina nelle ore immediatamente precedenti all’omicidio. LEGGI ANCHE –

“Mi aveva lasciato” avrebbe detto il giovane giustificando l’omicidio con il rifiuto della ragazza di riprendere la loro relazione.

Il giovane, un muratore impegnato saltuariamente nei cantieri, è crollato durante l’interrogatorio, assistito dal suo legale. Secondo il decreto di fermo, il movente sarebbe stato il rifiuto di Martina di tornare con lui. Le sue impronte sono state ritrovate sull’armadio sotto il quale è stato nascosto il corpo. E sul volto il giovane aveva alcuni graffi compatibili con l’aggressione. Era il disperato tentativo di Martina di difendersi.

Martina, una relazione finita da poco

Secondo le prime ricostruzioni, la relazione tra Martina e Alessio, durata alcuni mesi era terminata da poche settimane. La madre della ragazza, Fiorenza Cossentino, ha affrontato le telecamere e i giornalisti con la disperazione cosciente di chi ha perso una figlia in circostanze drammatiche: “Il loro era un rapporto malsanoracconta la donna – ma lei, almeno all’inizio, era innamorata. Ppoi durante una discussione ha ricevuto uno schiaffo e ha capito che poteva essere violento. Ne avevamo parlato. Sono stata io a dirle di lasciarlo”.

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La donna ha anche aggiunto alcuni dettagli immediatamente successivi alla scomparsa della figlia: “Mi aspetto il massimo della pena. Non lo posso perdonare e non lo perdonerò mai. I genitori vorrebbero parlarmi, forse chiedere scusa. Non mi interessa. Voglio una giustizia piena e veloce. Sono disgustata… se penso che quando è stato arrestato era a casa mia, fingendo di voler partecipare alle ricerche, mi vengono i brividi. Non so come reagirei se dovessi vederlo…”

Omicidio Martina Carbonaro
In una foto-combo il luogo, ad Afragola, dove è stata ritrovata, morta, la 14enne Martina Carbonaro, nella foto in piccolo ex fidanzato Alessio Tucci, accusato di omicidio – Credits ANSA (qnm)

Le ultime ore di Martina

Martina è stata vista per l’ultima volta alle 20.15 di lunedì. Dopo una telefonata, i genitori hanno tentato di contattarla più volte. Alla terza chiamata ha risposto una voce affannata, poi la comunicazione è stata interrotta: “Credo fosse stato che le stava togliendo il telefono”, ha detto la madre.

L’indagine: il video che incastra Tucci

Determinante per la risoluzione del caso è stata la videosorveglianza. Le telecamere di un centro commerciale avevano ripreso i due ragazzi insieme poche ore prima della scomparsa. Il filmato, trasmesso anche dal Tg1, ha mostrato Martina e Alessio nei pressi della yogurteria dove la ragazza si era data appuntamento con un’amica.

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Le testimonianze e i riscontri degli amici hanno contribuito a restringere il cerchio. Anche il luogo del delitto, l’alloggio abbandonato del custode del vecchio stadio Moccia, era già noto a entrambi. Probabilmente era un luogo in cui si erano appartati in passato. Gli investigatori sono tornati per due volte sul posto: e la seconda volta hanno trovato il cadavere.

La reazione della famiglia di Martina

Il dolore della famiglia si è espresso anche sui social. “Che peccato aveva commesso mia figlia?” – ha gridato la madre – era bella come il sole. L’amore può finire, ma si può morire così?”. Gli amici e i compagno di scuola di Martina si sono riuniti nei presso del palazzo dove la ragazzina viveva insieme ai genitori.

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Quello di Martina Carbonaro è il trentatreesimo femminicidio registrato in Italia da gennaio a oggi. A colpire è anche l’età sempre più bassa degli aggressori: Alessio ha 19 anni, come il ragazzo che ha ucciso Ilaria Sula. Altri killer, come quello di Sara Centelleghi, 18enne uccisa a Costa Volpino a ottobre, o Maria Campai, 42enne di origine rumena assassinata a calci e pugni, erano appena maggiorenni, se non minorenni.

Le statistiche, aggiornate da Save The Children e altri enti, rivelano un contesto allarmante: il 30% degli adolescenti crede che la gelosia sia una dimostrazione d’amore, e quasi uno su cinque ammette di aver avuto un partner violento. Una percentuale considerevole considera normale condividere password o subire uno schiaffo durante una lite.

Omicidio Martina Carbonaro
Un momento del corteo ad Afragola per ricordare Martina Carbonaro – Credits ANSA (qnm)

Prevenzione e segnali ignorati: cosa dice la ricerca

Francesca Garbarino, criminologa clinica, si sta occupando di alcune ricostruzioni di casi come quelli di Martina Carbonaro: “Ci sono elementi sempre più frequenti che devono far pensare e riflettere e in qualche caso allarmarci. Quando spieghiamo a un ragazzo che comportamenti come il controllo ossessivo sono illeciti, spesso ci guardano increduli. La violenza sembra essersi normalizzata. In alcuni casi quando si parla di violenza o di persecuzione sui social molti non sono nemmeno convinti di aver commesso un illecito”.

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A Milano il progetto U.OMo, intercetta giovani coinvolti in atti di violenza o stalking per indirizzarli verso percorsi di rieducazione.

Il protocollo Perseo, nato dal Decreto Caivano, consente anche ai minori tra i 12 e i 14 anni di essere coinvolti in interventi mirati dopo un ammonimento del Questore. Ma si tratta di una prevenzione purtroppo secondaria: molto resta da fare sulla prevenzione primaria, quella culturale.

Martina, la voce degli insegnanti

Carla Capito, professoressa di Martina, ha affidato a un lungo post il suo addio: “Non ci posso credere, non lo accetto. Avevi diritto ai sogni, ai primi amori, alla vita. Invece sei stata strappata via. Ogni volta che perdiamo una ragazza, perdiamo una parte del nostro futuro. Stavolta è come se mi avessero strappato un pezzo dell’anima”.

Il suo messaggio si chiude con un impegno: “Porterò questo dolore el cuore per il resto della mia vita ma cercherò di trasformarlo in uno sforzo per educare al rispetto, all’uguaglianza, alla libertà. Come docente mi sento tradita da una società che si rivela del tutto incapace di proteggere le sue ragazze”.

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