Truffe agli anziani, sgominata una banda attiva in diverse città: 29 arresti, decine di vittime

Maxi operazione dei carabinieri di Genova che intercettano una banda attiva in diverse città e dedita a crudeli truffe agli anziani

Arresti in serie alla fine dell’operazione saranno ben 29 i fermi eseguiti su ordine del tribunale di Genova nei confronti di persone accusate a vario titolo di una serie di crudeli truffe agli anziani.

Truffe Anziani Carabinieri
Intercettazioni, sdquestri e arresti nell’indagine sulle truffe agli anziani – Credits ANSA (qnm)

Una banda spregiudicata e organizzatissima che da Napoli si districava in diverse città operando da anni attraverso il telefono.

Truffe agli anziani, l’inchiesta

L’organizzazione era ben strutturata: da un lato i “telefonisti”, che contattavano le vittime fingendosi membri delle forze dell’ordine o avvocati. Dall’altro i “trasfertisti”, incaricati di prelevare il denaro e i gioielli direttamente nelle abitazioni degli anziani raggirati.

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La banda si autodefiniva la paranza, i leader erano si autoproclamavano boss o master, mentre i trasfertisti usavano soprannomi come in gergo: Sfilatino, Cafone, Lello Kawasaki, Marziano, o Capocchione. Una forza lavoro di due dozzine di persone che attuavano un piano ben preciso per intercettare le proprie vittime e soggiogarle con lo scopo di farsi consegnare soldi e gioielli.

Gli arresti e l’operazione 2 Ottobre

L’operazione, denominata 2 Ottobre in riferimento alla festa dei nonni, ha coinvolto oltre 150 carabinieri dei comandi provinciali di Genova, Napoli, Torino e Caserta. Gli arrestati sono in tutto ben 29: 21 persone sono state trasferite in carcere, 5 sono ai domiciliari e per 3 è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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Al vertice dell’organizzazione c’era una coppia di Napoli: Alberto Macor (32 anni) e Marica Mastroianni (31 anni). Macor, con precedenti penali, è noto per aver interpretato un ruolo minore nel film Gomorra di Matteo Garrone. La coppia gestiva ogni dettaglio delle truffe, dalle strategie logistiche fino alla selezione delle vittime.

Truffe agli anziani: il finto maresciallo

Il sistema era ben collaudato: un falso maresciallo dei carabinieri, ma poteva anche essere un avvocato, telefonava alla vittima, solitamente una persona anziana, raccontando che un parente stretto – quasi sempre si trattava del figlio – aveva provocato un grave incidente stradale e che serviva immediatamente una cauzione per evitare il carcere.

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Una volta instaurata la fiducia, il truffatore inviava un complice, il “trasfertista”, a casa dell’anziano per ritirare denaro e preziosi. Durante l’intera operazione, il telefono della vittima veniva tenuto occupato per impedire qualsiasi verifica con i veri parenti.

Le intercettazioni

“Suo figlio sta piangendo come un bambino, ha investito una donna e ora rischia il carcere”, è una delle frasi intercettate durante le indagini. La voce del truffatore modulava il tono per generare ansia e convincere la vittima a pagare immediatamente.

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In lacrime anche gli anziani che in completa confusione facevano qualsiasi cosa per accontentare il proprio interlocutore consegnandogli ingenti somme di denaro, oro, preziosi: in qualche caso i risparmi di tutta una vita.

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Operazione dei Carabinieri in diverse città italiani – Credits ANSA (qnm)

I dati dell’inchiesta

Le indagini hanno ricostruito 54 episodi di truffa, di cui 45 portati a termine e 9 tentati ma non andati a buon fine avvenuti tra aprile 2022 e marzo 2024. Il bottino totale ammonta a oltre 700 mila euro. Numerosi i casi in Liguria con migliaia di euro consegnati ai truffatori

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Fortunatamente, i carabinieri sono riusciti a sventare almeno 13 truffe, recuperando 90mila euro tra denaro e oggetti di valore.

Truffe agli anziani, decine di vittime

La coppia a capo dell’organizzazione gestiva meticolosamente ogni dettaglio delle truffe. I “telefonisti” operavano da veri e propri call center abusivi allestiti in abitazioni private e bed & breakfast. I “trasfertisti” partivano da Napoli ogni domenica per una settimana di visite, utilizzando treni, taxi e auto a noleggio fornite da agenzie compiacenti.

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Le comunicazioni tra i membri avvenivano tramite telefoni di vecchia generazione intestati a cittadini extracomunitari irreperibili o tramite chat criptate su social network, con l’uso esclusivo di soprannomi.

Come venivano scelte le vittime

La selezione delle vittime iniziava con chiamate brevi, chiamate “filtro”, per verificare se l’utenza appartenesse a una persona anziana. In caso di risposta di un’anziana signora o di un uomo con voce tremolante, i truffatori procedevano con il raggiro vero e proprio.

A quel punto, il finto maresciallo o avvocato entrava in azione, mentre il “trasfertista” si trovava già in zona, pronto a ritirare i soldi.

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