Quasi un incidente diplomatico dopo l’esecuzione degli inni nazionali prima di Italia-Francia, con parte dei tifosi azzurri di San Siro che fischiano e ululano durante la Marsigliese, indispettita la dirigenza transalpina che chiede spiegazioni, piccate le reazioni sui social e dal mondo politico
L’ultima sfida della fase a gironi di UEFA Nations League tra Italia e Francia, si chiude con un pesante 1-3 che ha evidenziato limiti e fragilità della squadra azzurra.
Nonostante una qualificazione ormai in tasca, la prestazione della Nazionale di Luciano Spalletti ha deluso sotto molti aspetti: qualche problema tecnico soprattutto in difesa, una tardiva reazione… aspetti che hanno portato alla luce una serie di criticità che sicuramente fanno riflettere.
Italia-Francia, sconfitta deludente
Il primo tempo è stato emblematico. Dopo nemmeno due minuti, Adrien Rabiot ha portato la Francia in vantaggio con un colpo di testa in area piccola. Gli Azzurri sono sembrati statici, quasi “inchiodati” sul prato del Meazza. Il portiere Guglielmo Vicario, chiamato a sostituire Donnarumma per un’influenza intestinale, ha mostrato incertezza sul secondo gol dei transalpini, arrivato su una punizione di Lucas Digne rimbalzata dalla traversa proprio sulla schiena del portiere azzurro.
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Il gol di Cambiaso ha illuso, ma Rabiot ha ristabilito le distanze con un 1-3 che pareggia i conti rispetto alla partita vinta dall’Italia a Parigi a settembre e promuove i francesi, in perfetta parità negli scontri diretti, ma in vantaggio nella differenza reti complessiva del nostro girone.
Le difficoltà degli Azzurri
La Francia ha dominato sia fisicamente che mentalmente, con un centrocampo compatto e ben orchestrato. Gli Azzurri, al contrario, sono apparsi confusi e appagati dalla qualificazione già certa, incapaci di replicare la qualità mostrata in altre partite recenti.
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Molte le insufficienze in pagella. Locatelli, schierato in un ruolo non congeniale, ha spesso sbagliato tempi e posizionamenti, mentre Barella è stato costretto a arretrare troppo, snaturando il proprio gioco. Retegui, lasciato isolato in attacco, ha faticato a rendersi pericoloso.
I prossimi passi dell’Italia
L’Italia attende adesso il sorteggio di venerdì per conoscere la sua prossima avversaria: Germania, imbattuta e in campo oggi contro l’Ungheria, Spagna, vittoriosa ieri con le seconde linee sulla Svizzera con gol di Pino, Gil e Zaragoza e prima del suo girone con cinque vittorie consecutive, o Portogallo, bloccato sul pareggio (1-1) in Croazia con gol di Joao Felix.
Fischi alla Marsigliese: un brutto episodio
La sconfitta in campo, però, non è stata l’unico motivo di imbarazzo per l’Italia. Pochi minuti prima del fischio d’inizio, il Meazza è stato teatro di un episodio increscioso: i fischi assordanti alla Marsigliese, l’inno nazionale francese. Una parte consistente del pubblico italiano, molti dei quali in curva sud, ha coperto le prime note dell’inno francese con una salva di fischi, ripetuti anche al termine dell’esecuzione.
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È vero che parte del pubblico ha espresso dissenso nei confronti di questo atteggiamento e che gli stessi giocatori azzurri hanno battuto le mani al termine dell’inno francese quasi scusandosi con i colleghi della nazionale avversaria. Uno stadio gremito, con tante famiglie e bambini presenti: che purtroppo si è mostrato in TV per il suo lato più intransigente e maleducato. Creando anche qualche imbarazzo dal punto di vista diplomatico tra Roma e Parigi.
Italia-Francia, un episodio fastidioso
Questo tipo di comportamento non è purtroppo nuovo nel calcio italiano. Episodi simili si erano verificati otto anni fa a Bari, sempre durante un precedente di Italia-Francia, quando l’allora capitano Gigi Buffon aveva trasformato i fischi in applausi coinvolgendo compagni e pubblico. La questione finì addirittura per condizionare i rapporti diplomatici tra Italia e Francia e causò un serio imbarazzo alla Federcalcio con la UEFA che chiese un intervento autorevole per far sì che episodi del genere in futuro venissero scongiurati.
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La sconfitta con la Francia non è solo una battuta d’arresto, ma un’occasione per riflettere. Il relax mentale e la mancanza di ferocia mostrati dagli Azzurri mettono in evidenza i limiti di una squadra che non può permettersi cali di concentrazione. Spalletti, con il suo stile diretto, ha cercato di scuotere la squadra, ma la sensazione è che ci sia ancora del lavoro da fare e che i progressi mostrati nelle ultime partite siano senza dubbio un passo significativo rispetto al pessimo Europeo, ma che contro squadre di grande personalità servano un altro passo e un’altra mentalità.
Le reazioni istituzionali
Le reazioni politiche e istituzionali ai fischi alla Marsigliese non sono mancate e si sono rivelate particolarmente dure. Sono momenti di confronto molto aspro anche a livello sportivo. Basti pensare a quello che è successo recentemente ad Amsterdam con l’assalto ai tifosi del Maccabi da parte di alcune frange filo-palestinesi che hanno provocato feriti e lunghi disordini in tutto il centro cittadino.
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Quasi tutte le partite di Israele, impegnata nel nostro stesso girone, si sono giocate in un clima di grandissima tensione tra massicce condizioni di sicurezza e uno spiegamento eccezionale di forze dell’ordine. Proprio come in occasione della partita con la Francia, a Parigi, immediatamente prima della sfida tra Blues e Azzurri.
Italia-Francia, imbarazzo in Federcalcio
Inutile sottolineare che i fischi di San Siro hanno suscitato profondo fastidio e un certo imbarazzo istituzionale anche nella sede della Federcalcio dove, stando ai si dice, il presidente Gravina si sarebbe detto molto disturbato dall’episodio anche per le complicatissime relazioni di questi ultimi anni tra la nostra federazione e la FFF la federcalcio francese.