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Italia alla Corte Penale Internazionale: scontro politico tra AVS e Giorgia Meloni sul conflitto a Gaza

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Redazione QNM

L’Alleanza Verdi e Sinistra denuncia il governo italiano alla CPI per “complicità nei crimini a Gaza”. Meloni accusa: “Tentano di eliminare gli avversari per via giudiziaria”.

Il dibattito politico italiano si infiamma attorno alla denuncia presentata dall’Alleanza Verdi e Sinistra contro il governo guidato da Giorgia Meloni alla Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aia.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni dovrà rispondere alla Corte penale internazionale – Credits ANSA (qnm)

Al centro dell’accusa c’è la presunta “complicità nei crimini internazionali commessi da Israele nella Striscia di Gaza”, un atto che Avs definisce “doveroso” alla luce del proseguimento del trasferimento di armi e tecnologie militari dall’Italia a Israele, nonostante le gravi violazioni documentate del diritto internazionale.

AVS contro Giorgia Meloni: la denuncia all’Aja

A presentare l’iniziativa, durante una conferenza stampa alla Camera, sono stati i deputati Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, insieme al giurista Triestino Mariniello, docente di diritto penale internazionale presso la John Moores University di Liverpool.

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Mariniello, che ha già fatto parte del team legale delle vittime palestinesi davanti alla CPI, ha chiarito che il focus della denuncia è sulla responsabilità personale dei membri dell’esecutivo italiano. Secondo la ricostruzione, questi avrebbero agevolato crimini internazionali continuando il supporto bellico a Israele “pur essendo consapevoli del contesto di violazioni in atto”.

La risposta di Giorgia Meloni

Immediata la reazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha definito la denuncia un attacco politico strumentale. Con un lungo post su Facebook, ribadito poi con una lunga intervista in esclusiva al TG5, la premier ha accusato l’opposizione di ricorrere a “giudici stranieri per tentare di eliminare per via giudiziaria ciò che non riescono a battere democraticamente”.

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Ha anche rimarcato che questi esponenti “non si preoccupano dell’immagine dell’Italia nel mondo e cercando soccorso esterno” per colpire il governo, sottintendendo un uso politico della giustizia internazionale da parte della sinistra.

Meloni contro l’Alleanza Verdi e Sinistra

Meloni ha ricordato come Bonelli e Fratoianni fossero già tra i promotori di richieste di infrazione contro l’Italia presso l’Unione Europea e ora spingano per un “processo internazionale” contro il proprio Paese.

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Un’accusa dura, che intende ribaltare il messaggio di Avs, portando il dibattito dal piano giuridico a quello della tenuta democratica interna.

Schlein: “Insinuazioni eversive”

In difesa della mossa di Avs è intervenuta anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che ha accusato Meloni di “insinuazioni eversive”, osservando come la premier stia cercando di screditare l’intero sistema giudiziario nazionale e internazionale.

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“Sulle responsabilità penali devono lavorare i magistrati, ma la premier deve rispondere nel merito delle sue scelte politiche, come l’invio di armi in un contesto di massacro civile”, ha detto Schlein in un’intervista, sottolineando come “nessuno voglia processare l’Italia”, ma che la giustizia internazionale è un’arma legittima di fronte all’inazione istituzionale.

Il Segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e la Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein – Credits ANSA (qnm)

Bonelli: “Meloni complice di Netanyahu”

A rincarare la dose è stato Angelo Bonelli, che ha accusato Meloni di essere “politicamente complice di un criminale di guerra come Netanyahu” e di avere sostenuto la macchina bellica israeliana anche dopo le segnalazioni delle Nazioni Unite sulla catastrofe umanitaria in corso a Gaza.

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“Il nostro Paese è corresponsabile – ha detto Bonelli – per aver autorizzato l’export di armi verso Israele, nonostante le prove documentate di crimini contro la popolazione civile”.

Secondo il parlamentare di Avs, la Corte penale internazionale rappresenta l’ultima istanza possibile per ottenere giustizia in assenza di volontà politica a livello nazionale. “Meloni attacca chi denuncia, ma non entra mai nel merito. Noi non ci faremo intimidire”, ha aggiunto.

Una frattura profonda

Quello che sta emergendo non è solo un classico scontro politico tra maggioranza e opposizione su un singolo episodio di politica estera, ma una crepa profonda sul ruolo dell’Italia nel mondo e sull’equilibrio tra potere politico e giustizia internazionale.

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Una vicenda che punta a mettere ombra a livello internazionale sul posizionamento internazionale del governo Meloni, già criticato in Italia dalla sinistra per il sostegno a Israele e quella che viene definita “una eccessiva timidezza nella condanna delle operazioni militari contro i civili a Gaza”.

Cosa succede adesso

Nel frattempo, la Corte penale internazionale ha confermato la ricezione della denuncia, senza però fornire dettagli su una possibile apertura d’indagine. Resta il fatto che mai, nella storia della Repubblica, un esecutivo in carica era stato formalmente segnalato a un tribunale penale internazionale da un partito di opposizione.

Un precedente che promette di lasciare un segno importante non solo in Italia, dove la frattura politica, già evidente, rischia di farsi ancora più profonda ma anche all’estero dove – va detto – il governo di Giorgia Meloni ha comunque incassato il sostegno di Ursula Von der Leyen.

Redazione QNM

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupando di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.

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