Caos in aula e proteste in piazza, il sindaco Beppe Sala prende posizione sull’inchiesta urbanistica che riguarda Palazzo Marino. Il primo cittadino resta al suo posto, l’assessore Tancredi invece si dimette
Il sindaco Giuseppe Sala resta al suo posto. Il primo cittadino di Milano lo ha ribadito personalmente in Consiglio comunale per riferire ufficialmente sulla maxi inchiesta urbanistica che ha investito il Comune di Milano e che ha portato alla luce un sistema di relazioni, consulenze e presunti favoritismi legati all’assessore dimissionario Giancarlo Tancredi.
Il primo cittadino, con tono deciso, ha chiarito di non voler entrare nel merito giudiziario della vicenda, ma ha espresso “preoccupazione e indignazione per il modo in cui le notizie su una inchiesta che dovrebbe garantire riserbo sono state esposte con risalto sui media”.
La seduta, convocata in via straordinaria ieri pomeriggio proprio per affrontare il terremoto giudiziario che sta scuotendo la giunta, si è svolta in un clima di forte tensione.
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Beppe Sala ha difeso l’operato dell’amministrazione, riconoscendo tuttavia la necessità di rivedere i meccanismi con cui vengono affidate consulenze e collaborazioni: “Non si può far finta di nulla”, ha dichiarato. E ha annunciato che verrà istituita una commissione consiliare speciale che valuterà modifiche regolamentari per evitare il ripetersi di situazioni simili.
Mentre in aula si discuteva, all’esterno di Palazzo Marino si radunavano decine di manifestanti. Tra loro, semplici cittadini, esponenti di comitati civici e alcune sigle sindacali. Lo slogan più ripetuto era: “Fuori i corrotti dal Comune”, con cori e striscioni rivolti soprattutto contro il sindaco e l’assessore Tancredi, che in aula ha ufficializzato le sue dimissioni
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La tensione è stata palpabile: alcuni cittadini hanno cercato di entrare nell’edificio per assistere alla seduta ma sono stati bloccati dalla polizia municipale. L’intera zona di piazza della Scala era presidiata dalle forze dell’ordine. Un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni alimentato dalle rivelazioni contenute negli atti della procura, secondo cui alcuni professionisti avrebbero ottenuto incarichi milionari in cambio di presunti favoritismi.
Nomi noti del mondo della consulenza e delle progettazioni urbanistiche risultano coinvolti nell’indagine. Alcuni di loro avrebbero ricevuto incarichi direttamente collegabili all’area di competenza dell’ex assessore Tancredi.
Sul fronte politico, le reazioni non si sono fatte attendere. Il centrodestra ha chiesto a gran voce che Sala si assuma pienamente la responsabilità politica di quanto accaduto, mentre i 5 Stelle hanno parlato di “fallimento morale dell’urbanistica milanese” chiedendo le dimissioni del sindaco e della giunta.
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Dalla maggioranza sono giunti messaggi di sostegno al sindaco, ma anche richieste di chiarimenti. Alcuni consiglieri di centrosinistra hanno espresso disagio per le modalitĂ con cui sono stati gestiti gli affidamenti delle consulenze. Ma hanno ribadito la loro fiducia al sindaco.
Sala, nel suo intervento, ha difenso il suo operato personale… “voglio sia chiaro che tutto quello che ho fatto nel mio ruolo è sempre stato votato agli interessi dei cittadini e della comunità e mai ha sfiorato i miei interessi personali”.
Il sindaco non si dimetterà : “Fino a quando ci sarà una maggioranza io sarò al mio posto”.
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Sala ha quindi rilanciato l’esigenza di una nuova fase per Milano, fondata su criteri di legalità e trasparenza assoluta: “Chi lavora con il Comune, deve sapere che la reputazione è importante tanto quanto la competenza, andremo avanti sulla base di queste basi, ribadendo quelle che sono le priorità inserite nel nostro piano di governo”.
Con le dimissioni di Tancredi già acquisite, ora il sindaco si trova a dover gestire la delicata fase di riorganizzazione dell’esecutivo. Non è escluso che ci siano altri avvicendamenti, anche se per ora si punta a garantire continuità amministrativa.
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In Consiglio si vocifera già di un possibile rimpasto che coinvolgerebbe almeno un altro assessorato. Alcuni esponenti della maggioranza premono per una ripartenza morale dell’intera giunta che avrebbe davanti a sé almeno un anno e mezzo di attività prima della prossima scadenza elettorale.
Intanto, la magistratura continua il suo lavoro. Gli atti d’indagine sono ancora in fase preliminare, ma le carte emerse mostrano uno spaccato inquietante, in cui il confine tra pubblico e privato sembra essersi pericolosamente assottigliato. Il Comune ha annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario, qualora si dovesse arrivare a un processo.
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