Straordinaria vittoria di Jannik Sinner che batte in quattro set Carlos Alcaraz nella finale che consegna all’Italia il primo trofeo singolare di Wimbledon (4-6 6-4 6-4 6-4). Un successo storico per lo sport azzurro che riconferma ovviamente l’altoatesino al primo posto nella classifica ATP
Ecco serviti anche gli scettici, quelli che dicono che vince ma non diverte, che è troppo freddo per essere un italiano, che comunque con Alcaraz non avrebbe mai vinto per nonostante la sua freddezza non è abbastanza lucido per lo spagnolo.
Jannik I re di Wimbledon, primo italiano a vincere sull’erba sacra del tempio del tennis mondiale. Battuto, a tratti dominato con un servizio semplicemente strepitoso, Carlos Alcaraz che lo aveva battuto poche settimane fa al Roland Garros: 4-6 6-4 6-4 6-4 al termine di una sfida che in 138 edizione porta il tricolore sul pennone più alto. Cosa mai accaduta.
Tra Sinner e Alcaraz va ancora una volta in scena un’autentica battaglia nel corso della quale a decidere sono pochissime sfumature. Ma se a Parigi Sinner aveva avuto la grande occasione di chiudere la partita permettendosi il lusso di sprecare tra match ball, a Londra le cose cambiano completamente.
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Che i due giocatori, nonostante la giovane età e un numero relativamente basso di scontri diretti, si rispettino e si conoscano profondamente è evidente: questa è la tredicesima sfida. E ognuno dei due conosce l’altro e ogni singolo scambio di tutti i match quasi perfettamente. Si sono studiati molto. E preparati per questa sfida.
Nel primo set Sinner ottiene la prima balla break, la sfrutta, si porta in vantaggio. Ma proprio quando è nelle condizioni di poter gestire il proprio turno di servizio, che Alcaraz soffre terribilmente, incredibilmente l’altoatesino si spegne. Alcaraz inanella uno dopo l’altro quattro game, conquista il controbreak e va di nuovo a strappare il servizio per conquistare il 6-4 della prima partita. Tutto fa pensare al Roland Garros e a un avversario che forse Sinner subisce e patisce anche più di quelli che sono i reali valori di campo.
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Ma nel secondo set Sinner alza ancora il livello. Strappa subito il servizio portandosi sul 2-0 sfoderando un servizio implacabile con lo spagnolo che, invece, comincia a mostrare qualche colpo a vuoto, commettendo anche alcuni errori un po’ frettolosi ed ingenui. Stavolta Sinner difende il suo servizio concedendo poco o nulla e alla prima occasione chiude e pareggi ai conti.
Nel terzo set Sinner comincia a vedere il syuo servizio fare la differenza non solo in termini di gioco ma anche di punti. Gli entrano alcuni ace pesantissimi che Alcaraz accusa in modo anche abbastanza plateale. Quando lo spagnolo si gira verso la sua panchina per parlare con il proprio corner tecnico è evidente il suo stato d’animo, che è quello di un giocatore in difficoltà: “Come fa a essere migliorato così tanto da fondocampo? Sta giocando i miei colpi molto meglio di me…” dice Alcaraz. Ed è vero.
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Sinner si prende la palla break del set, la più pesante, sul 4-4: è la terza, e non la sbaglia. Sinner va a servire per il set e non concede nulla con una bella varietà di colpi che vedono Alcaraz ancora in affanno e confuso.
Al quarto set Sinner non cambia programma. Lascia subito a zero Alcaraz sul primo turno di servizio nel secondo game. E sullo slancio va a strappare di nuovo il servizio al suo avversario. Alcaraz è di nuovo alle corde ma in qualche modo regge nonostante qualche momento di buio pauroso. Come quando si fa rimontare tre punti e rischia grossissimo sul proprio turno di servizio per poi rimediare con qualche affanno. E subito dopo, quando Sinner serve per il 5-3 e a rispondere è un Alcaraz di nuovo cattivo al punto giusto da giocarsi due pesantissime palle break… Le spreca entrambe.
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Alcaraz si aggrappa al suo turno di servizio e rischia grosso: sul 30-0 vede il perentorio ritorno di Sinner che si porta a due punti dal match e dal titolo. Lo spagnolo regge ancora: ma va a capo chino al cambio campo già intuendo quello che gli toccherà.
Sinner va al servizio e in pochi scambi sciorina il suo repertorio che lo porta a inanellare tre match ball su una prima palla di servizio mostruosa. Brucia la prima. Ma non la seconda ancora una volta su una prima palla da 200 km/h.
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Sinner allarga le braccia e si gode l’applauso più difficile da conquistare dimostrando una sicurezza e una fiducia in se stesso davvero straordinaria. Poi abbraccia Alcaraz, ringrazia il suo team e la sua famiglia in una immagine destinata a restare negli annali dello sport italiano per molti, moltissimi anni.
Nel torneo femminile ritorno alla grande della ex numero uno #1 del mondo Iga Swiatek che in meno di un’ora vince una finale dominata dall’inizio alla fine contro Amanda Anisimova con un pesantissimo doppio 6-0 che consente alla giocatrice polacca di conquistare il suo sesto titolo slam in carriera.
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Festa britannica per i padroni di casa Casj e Glasspool che conquistano il doppio maschile, 6-2 7-6 (3) su Hijkata e Pel, vittoria in tre set (3-6 6-2 6-4) per Hsieh e Ostapenko su Kudermetova e Mertens. Nel doppio misto insalatiera a Berbeek e Sinakova che in finale battono in due set con un doppio 7-6 su Salisburyu e Stefani.
Ma tornando a Jannik Sinner e al suo primo Wimbledon, il primo storico Wimbledon per un tennista italiano dopo la finale persa da Berrettini con Djokovic nel 2021 e quella ceduta lo scorso anno da Jasmine Paolini sulla ceka Krejcikova, possiamo davvero parlare della consacrazione definitiva di un campione che sul campo più difficile, contro l’avversario più duro, resistente e temibile, ha dimostrato un ulteriore salto di qualità che è stato totale e assoluto: tecnico, fisico e mentale.
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