Riccardo, 17 anni, è morto a Montalto di Castro dopo il crollo di una buca scavata sulla spiaggia. La tragedia riaccende i riflettori su un pericolo spesso ignorato.
Una morte tragica e apparentemente dai contorni ancora inspiegabili. Per Riccardo, 17 anni, originario di Roma, al mare insieme alla famiglia a Montalto di Castro, una giornata al mare è finita nel modo più crudele e assurdo.
Mentre scavava una buca insieme ai fratellini, in un tratto di spiaggia libera di fronte al Camping California è rimasto sepolto vivo: e a quanto pare nessuno si è accorto subito di nulla. Nemmeno il padre, che si trovava poco distante, all’ombra dell’ombrellone.
Solo quando l’uomo ha realizzato che Riccardo non era più con i fratellini, è iniziata la corsa disperata per trovarlo. Sono stati proprio i più piccoli a indicare il punto dove poco prima stavano scavando. Da lì è partito lo scavo affannato, a mani nude, tra l’angoscia crescente dei bagnanti.
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Quando il corpo del ragazzo è stato riportato alla luce, Riccardo era già privo di sensi. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte del personale sanitario, intervenuto anche con l’eliambulanza: per il 17enne non c’è stato nulla da fare.
Il padre del ragazzo, sotto shock, ha accusato un malore. I sanitari hanno dovuto soccorrerlo mentre gridava tra le lacrime il nome del figlio. Una scena straziante che ha lasciato attoniti tutti i presenti. La Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo per accertare le responsabilità e capire se vi siano state negligenze. La salma di Riccardo è a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa di una possibile autopsia.
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I carabinieri della compagnia di Tuscania hanno ascoltato le testimonianze di bagnanti e bagnini dei lidi vicini. Saranno cruciali per stabilire le esatte dinamiche dell’incidente e verificare se ci siano state eventuali omissioni nei soccorsi. Ma al momento tutto fa pensare a una tragica fatalità, figlia di un gioco pericoloso.
La morte di Riccardo riaccende i riflettori su un pericolo spesso sottovalutato: le buche scavate in spiaggia. Può sembrare un gioco innocuo, ma in realtà è una delle cause più subdole e mortali tra i bambini e gli adolescenti.
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Secondo uno studio condotto da Bradley e Barry Maron negli Stati Uniti, tra il 1990 e il 2006 ci sono stati ben 16 decessi per crolli di buche nella sabbia, addirittura più delle 12 vittime causati da attacchi di squali nello stesso periodo.
Il fenomeno è noto negli USA come “sand entrapment” e rappresenta una minaccia concreta, tanto da essere segnalata anche da diverse autorità costiere. Negli anni successivi, pur in assenza di nuovi studi sistematici, si sono registrati altri casi analoghi.
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Nel 2024, una bambina di 7 anni è morta in Florida soffocata sotto la sabbia. E in Italia? Anche nel nostro Paese ci sono precedenti, per fortuna non altrettanto drammatici. Nel 2023, a Viareggio, fu evitata una tragedia per il pronto intervento di bagnini e soccorritori; nel 2010, un bambino italiano in vacanza alle Canarie perse la vita in circostanze quasi identiche.
Tra le raccomandazioni che esperti e bagnini ribadiscono ci sono tre regole auree: non scavare mai più in profondità delle ginocchia, non mettere mai la testa sotto il livello della sabbia, nemmeno per gioco o se si è in compagnia, non scavare vicino a dune instabili che sono di solito bene indicate anche nelle spiagge non presidiate.
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Il problema, però, è anche culturale. La spiaggia viene percepita come luogo sicuro, di svago assoluto. Il gesto di scavare nella sabbia, apparentemente innocuo, nasconde invece dinamiche fisiche pericolose: la sabbia bagnata può crollare su se stessa, formando un effetto tappo impossibile da rompere in pochi secondi. Se il corpo rimane intrappolato, il tempo utile per il soccorso si riduce a pochi minuti, spesso meno di cinque.
La tragedia ha scosso profondamente anche la comunità di Montalto di Castro. Il sindaco ha espresso pubblicamente il proprio cordoglio alla famiglia del ragazzo e ha annunciato che il Comune valuterà l’adozione di cartellonistica informativa nei punti più frequentati del litorale.
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“Non possiamo permettere che si ripetano simili tragedie. Occorre un maggiore senso di responsabilità collettivo, ma anche maggiore informazione”, ha dichiarato Emanuela Socciarelli, primo cittadino del comune laziale.
Molti residenti e turisti presenti ieri in spiaggia hanno lasciato fiori e messaggi nel punto dove Riccardo ha tragicamente perso la vita. Alcuni hanno testimoniato che Riccardo e i suoi fratellini stavano giocando da ore in allegria, e che tutto sembrava normale. Una distrazione, una manciata di secondi, e la spiaggia si è trasformata in trappola.
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