Roma, un giorno dopo l’esplosione del deposito GPL: 50 feriti, indagini in corso e l’allarme ambientale
A 24 ore dall’esplosione in via dei Gordiani, il bilancio si aggrava, sono circa 50 i feriti, alcuni in condizioni gravi. Sul tavolo dell’inchiesta, l’ipotesi dell’urto della cisterna e la falla nelle procedure di sicurezza.
Sono saliti a circa 50 i feriti in seguito all’esplosione nel distributore di carburante e GPL in via dei Gordiani, quartiere Prenestino–Centocelle, nella mattinata di ieri a Roma.
Tra questi, numerosi rappresentanti delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco che erano accorsi dopo il primo principio di incendio per prestare i primi soccorsi e sono stati investiti da una seconda esplosione, ancora più violenta. Tra le persone ricoverate si contano almeno 18 agenti di polizia, un carabiniere, sei pompieri e numerosi operatori 118.
Due persone restano in condizioni critiche: uno presenterebbe ustioni sul 55% del corpo, l’altro sul 25%, entrambi ricoverati in ventilazione assistita al reparto grandi ustionati del Sant’Eugenio. Il resto dei feriti è stato distribuito tra i presidi Umberto I, Casilino e San Giovanni, con lesioni da vetri, contusioni e danni da inalazione.
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Il boato è stato davvero terrificante, percepito in modo estremamente chiaro anche a numerosi chilometri di distanza: l’EUR, Montesacro, Trastevere hanno tremato come se si fosse trattato di un terremoto. Il direttore regionale dei Vigili del Fuoco ha paragonato la deflagrazione a una “bomba”, definendola un blif da GPL, ovvero un malfunzionamento tipico dell’impianto. Il primo pensiero di molti residenti è stato quello di un attentato…
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È stata necessaria l’evacuazione di almeno 50 persone tra abitanti della zona adiacente all’esplosione, i frequentatori di un campo estivo e numerosi lavoratori del centro sportivo adiacente, in attesa di verifiche sulla solidità degli edifici. La fermata metro C “Teano” è stata chiusa, mentre la Protezione Civile ha aperto un centro di assistenza e la Caritas ha offerto pasti agli sfollati.
L’inchiesta della Procura di Roma ha aperto un fascicolo per disastro colposo e lesioni aggravate al momento contro ignoti, e dunque senza indagati ufficiali. L’ipotesi comunque è che la deflagrazione sia stata innescata da una fuga di GPL generata dall’urto della cisterna con una colonnina o un tubo durante le operazioni di scarico.
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Testimoni raccontano di una nube bianca visibile subito prima dell’esplosione, seguita da un ordine vocale che invitava a chiudere la leva del gas. Il tappo del serbatoio staccatosi dall’autocisterna è stato trovato a circa 40 metri dal punto della deflagrazione. La polizia scientifica attende il nulla osta dei vigili del fuoco per accedere all’area e analizzare le condizioni dell’impianto.
Secondo residenti, il distributore era già oggetto di preoccupazioni per forti vapori di gas e alcuni impianti definiti ormai ‘datati’. Un mese fa un camion in fase di parcheggio aveva urtato una colonnina nella stessa area: un segnale ignorato. La magistratura vuole verificare se ci sia stata negligenza, omissione nei controlli o insufficienza nei sistemi di sicurezza.
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È stato attivato un monitoraggio anche da parte dell’Arpa Lazio per verificare la presenza di particolato, idrocarburi e sostanze tossiche nell’aria e nel terreno. Le raccomandazioni diffuse da protezione civile e vigili del fuoco sono risuonate per tutta la giornata di ieri: evitare di stendere panni, tenere porte e finestre chiuse e cautela per chi soffre di malattie respiratorie. Le analisi proseguiranno nei prossimi giorni.
Tuttavia a Roma le amministrazioni locali sono ben consapevoli che la Capitale abbia rischiato una tragedia ben più ampia. Molti soccorritori erano già presenti per un principio di incendio quando è avvenuta la deflagrazione. Il sindaco Gualtieri ha lodato la prontezza della macchina dell’emergenza. La premier Meloni ha assicurato il massimo supporto a indagini e famiglie coinvolte.
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Nei prossimi giorni l’attenzione si concentrerà su alcune questioni chiave: gli esiti delle analisi strutturali, le dichiarazioni ufficiali del conducente della cisterna coinvolta nella prima deflagrazione. E poi le verifiche sugli impianti posti sotto sequestro ma anche il dibattito sulla sicurezza dei depositi GPL in un contesto estremamente urbanizzato.
A 24 ore dalla tragedia, Roma fa i conti con la condizione dei feriti peggiori e un numero significativo di famiglie coinvolte.
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