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Israele attacca l’Iran: escalation militare, impatto globale e reazioni internazionali

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Redazione QNM

Nottata di emergenza in Medio Oriente: Israele colpisce obiettivi militari in Iran, mentre le ambasciate statunitensi in Iraq, Kuwait e Bahrain vengono evacuate in un clima di crescente allarme internazionale.

Esplosioni nella notte in Iran, colpite le fabbriche di uranio di Teheran – Credits ANSA (qnm)

Si estende il conflitto nella regione dopo la decisione di Israele di lanciare un attacco mirato contro infrastrutture strategiche iraniane, innescando una nuova e drammatica fase dello scontro tra Iran e Israele.

Israele attacca l’Iran

L’operazione militare, denominata Am KeLavi – il ritorno del leone – ha preso il via nel cuore della notte, colpendo diversi obiettivi chiave in Iran. Tra questi, i siti di arricchimento dell’uranio, come quello di Natanz, numerose fabbriche di missili e installazioni collegate al programma nucleare.

Diverse fonti internazionali hanno confermato violente esplosioni a Teheran e nei pressi di Natanz. Il governo di Tel Aviv ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, temendo un’imminente rappresaglia. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno chiarito ufficialmente di non essere coinvolti nell’operazione.

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L’azione arriva in un contesto di negoziati nucleari falliti e di tensioni regionali sempre più intense. L’impatto immediato si riflette sui mercati globali, con il petrolio e l’oro in forte rialzo, mentre le valute rifugio come dollaro e yen si rafforzano. Le diplomazie internazionali si mobilitano, a cominciare da quella statunitense.

Contesto e motivazioni nell’azione Iran Israele

La tensione tra Iran e Israele ha raggiunto il culmine dopo l’annuncio della costruzione di un terzo impianto di arricchimento da parte di Teheran, messo sotto osservazione dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

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Israele, pur non avendo mai sottoscritto il Trattato di Non Proliferazione nucleare, ha denunciato ripetutamente il rafforzamento dell’arsenale iraniano. Il ministro della Difesa, Justin Katz, aveva già nei giorni scorsi evocato l’ipotesi di una risposta militare: “Non possiamo attendere che il loro arsenale diventi operativo. Questo è un intervento preventivo a tutela della nostra sicurezza nazionale.”

Bombardate le fabbriche dell’uranio

L’attacco ha preso di mira obiettivi sensibili, come il sito nucleare di Natanz, già in passato al centro di sabotaggi e operazioni cibernetiche, oltre a impianti per la produzione di missili a medio raggio.

Israele ha definito l’operazione unilaterale e fondata su motivi di autodifesa. Una posizione confermata anche dagli Stati Uniti: “È stata una loro decisione. Noi non siamo coinvolti in alcun modo…”, ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio.

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Anche il presidente Donald Trump è intervenuto pubblicamente: “Sapevamo che poteva accadere, ma abbiamo sempre ribadito di preferire una soluzione pacifica. Non siamo parte di questa scelta.”

Reazione dei mercati e impatto globale

L’effetto sul piano finanziario è stato immediato: il greggio Brent è salito del 6 %, l’oro ha segnato un +1 %, mentre il dollaro e lo yen si sono rafforzati come valute rifugio. Le principali borse asiatiche hanno chiuso in calo, e si registrano segnali di incertezza anche sui mercati europei e statunitensi.

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Era prevista nelle prossime ore una nuova tornata di colloqui tra USA e Iran a Muscat, in Oman, ma il raid ha completamente alterato gli equilibri diplomatici. Una fonte della Casa Bianca ha riferito che i negoziati sono “sospesi fino a nuovo ordine”.

Israele attacca l’Iran: l’ONU chiede una risoluzione

Le Nazioni Unite hanno reagito rapidamente all’escalation, chiedendo una risoluzione urgente in Assemblea Generale. Secondo le prime indiscrezioni, 149 Paesi su 193 hanno votato a favore di un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza.

Francia, Germania e Regno Unito hanno espresso forte preoccupazione per il rischio di un’escalation regionale, pur riaffermando il diritto di Israele a difendersi.

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Il ministro degli Esteri francese ha dichiarato: “Chiediamo a tutte le parti di agire con moderazione. L’intera regione è a rischio.”

Uno dei palazzi di Teheran colpiti nel corso dell’attacco israeliano – Credits ANSA (qnm)

Verso un conflitto più ampio?

Le autorità israeliane temono ritorsioni dirette da parte dell’Iran, ma anche l’eventuale coinvolgimento di Hezbollah, attivo al confine libanese, e di altre milizie sciite filo-iraniane.

Non si esclude nemmeno un’escalation che colpisca infrastrutture petrolifere strategiche, con ripercussioni dirette sulla stabilità energetica del Golfo. Proprio poche settimane fa, l’Iran aveva già lanciato raid con droni contro obiettivi militari israeliani.

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Un analista militare citato dalla BBC ha osservato: “Questa volta l’azione israeliana ha una portata e un simbolismo completamente diversi. È il primo vero attacco a cuore aperto contro il programma nucleare iraniano.”

Netanyahu: “Andremo avanti”

In Israele cresce anche il nervosismo politico interno. La posizione del premier Benjamin Netanyahu è oggetto di critiche trasversali, non solo da parte dell’opposizione ma anche da esponenti della maggioranza.

Nonostante le pressioni, il primo ministro ha ribadito la determinazione del governo a proseguire:
“Abbiamo colpito al cuore il loro programma nucleare, che rappresentava per noi una minaccia inaccettabile. Andremo avanti per tutto il tempo necessario.”

Redazione QNM

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupando di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.

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