Disastro Air India, un solo superstite: 269 vittime tra passeggeri e residenti a Ahmedabad

È pesantissimo il bilancio del disastro tragedia del volo Air India AI171. Un solo sopravvissuto, il britannico Vishwash Kumar Ramesh, mentre il numero delle vittime è salito a 269, tra passeggeri e civili. Le autorità internazionali stanno indagando su possibili guasti tecnici avvenuti durante il decollo.

A distanza di 24 ore dal drammatico schianto, le proporzioni del disastro continuano a emergere con angoscia crescente.

È ufficiale la notizia del solo superstite, un autentico miracolato. Il bilancio – purtroppo ancora provvisorio, vista la gravità di alcuni feriti ricoverati – è stato aggiornato dalle autorità indiane.

Al momento si registrano 241 persone morte sull’aereo; almeno altre 28 hanno perso la vita nella zona urbana colpita, per un totale stimato di 269 vittime. Le operazioni di soccorso, coordinate dalla polizia, proseguono con il recupero di resti e campioni per l’identificazione tramite DNA.

Disastro Air India, un unico miracolo: il passeggero in 11A

Al centro dell’attenzione la storia di Vishwash Kumar Ramesh, cittadino britannico di origine indiana, seduto nel posto 11A accanto a una porta di emergenza. Secondo le ricostruzioni ufficiali, nel momento del disastro il passeggero sarebbe riuscito ad aprire il portello, lanciandosi fuori dall’aereo prima che si schiantasse contro lo studentato universitario.

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Le condizioni di Ramesh sono stabili ma gravi, con ustioni e traumi multipli. Il suo racconto coincide con le immagini diffuse dal Washington Post, che mostrano il Boeing livellato a pochi metri dal suolo, seguito da una caduta improvvisa. Ramesh avrebbe visto frammenti della fusoliera e avvertito un boato nel momento dell’incidente.

Il bilancio aggiornato delle vittime

Mentre inizialmente si parlava di 242 morti a bordo, la DGCA indiana ha confermato che le vittime sull’aeromobile sono 241, tenendo conto della sopravvivenza di Ramesh. Le vittime a terra sono almeno 28, tra studenti, medici e residenti della zona densamente abitata nei pressi dell’aeroporto. Secondo AFP e Al Jazeera, almeno 60 persone sono ancora ricoverate, alcune in condizioni critiche.

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Il Times of India ha documentato come lo schianto abbia coinvolto vari edifici del campus della BJ Medical College, tra cui dormitori e mense. Tra i deceduti figurano cinque studenti di medicina e almeno un medico residente. Non risultano italiani coinvolti nel disastro.

Cronologia rielaborata del disastro Air India

Il velivolo è decollato alle 13:38 ora locale di giovedì, con pieno carico di carburante per un volo intercontinentale diretto a Londra Gatwick. Secondo le rilevazioni radar, il Boeing Dreamliner ha mantenuto una quota di circa 600–650 piedi dopo il decollo, ma non è riuscito a salire ulteriormente. Il comandante ha lanciato un “Mayday” alla torre di controllo, riferendo problemi elettrici e potenziali guasti ai flap e al carrello. Poco dopo, il segnale si è interrotto e l’aereo, apparentemente del tutto ingovernabile, è precipitato.

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Testimoni oculari hanno riferito di aver udito numerose e violente esplosioni. Lungo le strade circostanti il luogo dello schianto, una folla composta ma disperata di familiari, amici delle vittime e residenti ha atteso per ore notizie e assistenza. Diverse famiglie sono state trasferite ad Ahmedabad da Delhi e Mumbai con voli predisposti dalle autorità. Secondo i resoconti, l’identificazione delle vittime sarebbe quasi completata, grazie all’analisi del DNA. L’ospedale civile della città è stato trasformato temporaneamente in un centro per la raccolta e l’identificazione dei corpi.

Ipotesi sulle cause tecniche

Le prime ipotesi tecniche puntano su un guasto elettrico o idraulico che avrebbe compromesso il funzionamento dei flap o del carrello durante la delicatissima fase di decollo. Per molti esperti, questa è una delle fasi più critiche, soprattutto per un aereo pesante come il Boeing 787. Si ipotizza che il carrello sia rimasto abbassato e che i flap non abbiano generato sufficiente portanza, impedendo così al velivolo di guadagnare quota e causando uno stallo.

Alcuni analisti non escludono anche irregolarità nelle procedure di manutenzione o nella sequenza di rientro del carrello. Si valutano anche cause esterne, come un bird strike o la presenza di detriti sulla pista. Non è escluso l’errore umano.

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Le indagini sono guidate dall’autorità indiana AAIB, con il supporto tecnico del NTSB statunitense e dell’AAIB britannico. I registratori di volo, il flight data recorder (FDR) e il cockpit voice recorder (CVR), sono già stati recuperati e la loro analisi è in corso.

Implicazioni politiche, societarie ed economiche

La stampa internazionale, dal Financial Times al Times, ha definito l’incidente come “il più grave disastro nella storia del Dreamliner”. Il Boeing 787, infatti, non aveva mai registrato incidenti mortali dalla sua entrata in servizio nel 2011.

Il governo britannico ha attivato un’unità di crisi, considerato l’elevato numero di vittime tra i propri cittadini. Re Carlo III insieme alla famiglia reale ha inviato un messaggio di “profondo dolore e solidarietà” destinato alle vittime e ai loro parenti. Anche l’India ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. La compagnia Air India, oggi parte del gruppo Tata, ha sospeso temporaneamente tutti i voli a lungo raggio operati con Boeing 787. Il gruppo ha annunciato un risarcimento di 1 crore di rupie (circa 115mila euro) per ogni vittima.

Boeing, nel frattempo, ha subito un crollo in borsa, perdendo il 9% nel pre-market. Anche Spirit AeroSystems e GE Aerospace, fornitori di componenti del Dreamliner, hanno registrato forti ribassi. Le ricadute commerciali e reputazionali per il colosso statunitense potrebbero essere pesanti, considerando che si tratta del primo incidente fatale nella storia di questo modello.