Colf e badanti, cambiano le cose: cosa si rischia se non si versano loro i contributi spettanti. Ecco le nuove leggi a riguardo.
Quello di colf o badante è un lavoro davvero indispensabile per varie categorie di persone. Si tratta infatti, di lavori che, per la gran parte delle volte, vengono snobbati o non vengono preferiti, proprio a causa della loro natura pesante.
Eppure, queste figure si rivelano essere di fondamentale importanza, soprattutto quando abbiamo familiari malati o anziani soli o non autosufficienti. Avere una colf o una badante, diventa un aiuto talmente prezioso da non riuscire a farne a meno.
Dal punto di vista giuridico, spesso e volentieri si tratta di lavori che non vengono regolarizzati. Questo implica che non vengano pagati contributi colf e badanti, incorrendo in rischi sia civili, che in sanzioni penali. Con la Legge di Bilancio 2024 sono tante le cose che stanno per cambiare, una su tutte l’intenzione del Governo di intensificare la lotta all’evasione fiscale e contributiva in generale. Le conseguenze, nel momento in cui si omette di versare i contributi previdenziali a colf e badanti, possono essere davvero pesanti.
I diversi interventi di modifica normativa, vedono tutta una serie di novità per il 2024, che riguardano anche colf e badanti.
Nel momento in cui si decide di non pagare i contributi di colf, badanti o altre figure nell’ambito del lavoro domestico, il datore di lavoro si sta esponendo a dei rischi. Si tratta di una vera e propria inadempienza contributiva, che va tempestivamente regolarizzata. Se la situazione non viene regolarizzata, in base alla gravità della trasgressione, si applicheranno sanzioni civili, amministrative o penali.
Verranno applicate sanzioni civili, prevalentemente, in due casistiche: quando si tratta di omissione contributiva e quando si tratta di evasione contributiva. Nel momento in cui si chiede di regolarizzare la situazione, in modo spontaneo ed entro 12 mesi dalla scadenza prevista per il pagamento dei contributi, allora si applica il regime di omissione, invece che quello di evasione.
Le sanzioni amministrative scattano quando vi è una mancata erogazione delle ritenute previdenziali, detratte dai salari dei lavoratori, quando vi sono assunzioni o cessazioni non segnalate, quando il lavoratore non viene iscritto all’Inps oppure quando si assumono lavoratori senza permesso di soggiorno. Con l’entrata in vigore del Jobs Act, per di più, anche il lavoratore in nero si espone a una serie di sanzioni, che possono arrivare anche fino a due anni di reclusione.
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