[videoplatform code=”14357445701325593b93a20617″]
Finalmente, dopo oltre 75 anni dalla sua nascita, l’American Ballet Theater di New York ha scelto una stella afroamericana. La ballerina Misty Copeland è stata incoronata prima étoile della compagnia, dopo 14 anni di lavoro nel team e otto da solista, e dopo aver ricevuto riconoscimenti e apprezzamenti in tutto il mondo. In conclusione, la splendida danzatrice di colore sarà la prima afroamericana a far parte della storica compagnia di danza in veste di étoile.
Misty Copeland fa parte della compagnia newyorkese da oltre 14 anni, e da otto è solista. Ora, per la prima volta nei 75 anni di storia della Compagnia, una afroamericana ‘guiderà’ come prima ballerina il prestigioso gruppo di danzatori. Il noto quotidiano New York Times ha parlato infine di una barriera che durava da troppi anni, finalmente infranta. Una sorta di rivoluzione nel mondo della danza classica, anche perché pure nell’ambito del balletto la questione razziale è un argomento più che attuale. ”Potrebbero essere necessari altri due decenni prima di vedere un’altra donna nera nell’elite di un corpo di ballo”, ha confessato recentemente.
Lei ci appare splendida, con un corpo tonico e muscoloso, perfettamente scolpito da duri allenamenti svolti fin da quando era una bimba. Le sue performance sono state tra le più popolari e acclamate nel corso degli ultimi anni. La sua fama però non è dovuta soltanto a questa nomina, o al suo modo incantevole di muoversi sul palco e ‘sentire’ la musica, perché la giovane ballerina, nata nel settembre del 1982, era già apparsa sulla copertina del Time, e lo spot andato in onda online per un brand di abbigliamento ha ottenuto oltre otto milioni di visualizzazioni.
Misty ha pure scritto un libro per bambini, una sorta di memoriale, un’autobiografia in cui parla della sua vita, dagli inizi fatti di fame e sacrifici, fino al successo, che si intitola ‘Life in Motion’. Inoltre la bella e brava Misty sarà la protagonista di un documentario che verrà presentato al Tribeca Film Festival.
Nicholas LaClair Photography