Giulia Arena eletta Miss Italia 2013 [FOTO & VIDEO]

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La Sicilia si conferma terra fertile per Miss Italia: la reginetta del 2013 è infatti Giulia Arena, 19enne di Messina che ha ricevuto la corona dalla Miss uscente Giusy Buscemi, anche lei siciliana (di Agrigento). Il tutto nell’edizione più tormentata del concorso, ripudiato da mamma Rai e finito su La7. Dopo tante polemiche è stato finalmente il turno delle bellezze della penisola, che si sono sfidate a colpi di sfilate e bikini. Tanti i dettagli curiosi della finale di Miss Italia 2013, a partire dalla totale assenza sul podio di ragazze del Nord. La rivincita delle bellezze di un Mezzogiorno bistrattato.

Dietro Giulia Arena, infatti, sono finite Fabiola Speziale, 18enne anche lei siciliana (di Ribera, provincia di Agrigento e Federica Ciocci, sarda doc di Cagliari. Gli occhi sono stati tutti per Giulia Arena, comunque, che ha conquistato giuria e pubblico grazie al suo fisico da modella distribuito su 170 centimetri di fascino. A dire la verità la sua non è proprio la classica bellezza mediterrana: i capelli biondi e gli occhi chiari riportano alla memoria il retroterra normanno dell’isola siciliana. Giulia è arrivata in finale con la fascia Miss Cinema Planter’s Sicilia, forte del titolo nazionale di Miss Cinema.

Figlia di un finanziere e di una casalinga, si è diplomata quest’anno al liceo scientifico e ha deciso di trasferirsi a Milano per iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza internazionale, unendo utile (studio delle lingue) e dilettevole (viaggi, nuove scoperte e, perché no, una carriera da modella). Particolare curioso svelato durante la finale, un tatuaggio all’altezza del cuore che cita il ventiseiesimo canto dell’Inferno (“Fatti non foste a viver come bruti“), un modo per mostrare con orgoglio la ‘discendenza dantesca’ della sua cultura. Un volto pulito e fresco, quello di Giulia Arena, perfetto per chiudere la polemica iniziata dalla presidente della Camera Laura Boldrini e proseguita con la protesta delle aspiranti Miss e la tshirt polemica ‘Né mute Né Nude’.