Autovelox, multe valide anche senza fotografia

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In un periodo in cui per le famiglie italiane è sempre più difficile far quadrare i conti ed arrivare a fine mese, arriva una notizia che potrebbe peggiorare le già claudicanti finanze personali: la multa con autovelox o telelaser è valida anche se accompagnata dallo scatto che certifica l’infrazione.

La spiacevole novità è che bisogna pagare anche se non c’è nessuna fotografia che attesti che siamo stati proprio noi a superare i limiti di velocità, anche nel caso in cui la velocità non sia stata contestata direttamente dall’agente. Insomma, piaccia o no, da oggi l’autovelox diventa ancor più uno spauracchio per gli automobilisti.

A prendere questa decisione a tutto svantaggio dei cittadini è stata la Corte di Cassazione, che ha ribaltato con una sua sentenza precedenti giudizi e accogliendo il ricorso del Comune di Massa contro un cittadino che nei gradi precedenti aveva sempre visto riconosciuta la sua ragione. Quali sono i rischi di questa sentenza?

Ovviamente il rischio più evidente per gli automobilisti è il proliferare selvaggio degli autovelox e dei telelaser, in una nazione che ha uno dei tassi più alti di multe per eccesso di velocità in Europa. Colpa di chi guida senza rispettare i limiti, certo, ma anche dei macchinari spesso tarati in maniera sbagliata, posizionati in luoghi assurdi e mal segnalati.

Ovviamente le associazioni dei consumatori sono subito insorte contro questa decisione vessatoria nei confronti degli automobilisti “già tartassati da autovelox mal tarati e preda dei comuni in cerca di soldi, tanto che nei bilanci sono previsti quasi quattro miliardi di euro in contravvenzioni cittadine”.

Quale sarà mai dunque la motivazione della sentenza? Per dirla nelle parole della Cassazione la “contestazione era affidata all’organo di polizia preposta che ha fatto l’accertamento in conformità alla normativa. Di conseguenza, il relativo verbale poteva essere contestato solo con querela di falso”. Per dirla in parole povere vige sempre il presupposto che l’agente che ha redatto il verbale dica il vero, e se non si è convinti ci vuole una querela, non basta il ricorso.

Una sentenza che lascia l’amaro in bocca perché, per dirla con Altroconsumo, “all’automobilista non vengono dati elementi che possa usare a suo discapito. Se non ho la foto come faccio a dimostrare che non sono io?”. Un quesito legittimo. Noi purtroppo prevediamo tempi ancora più oscuri per chi ancora può permettersi (caro benzina a parte) di mantenere un’automobile.

Foto AP/LaPresse