Ritorna dopo quasi quattro anni di attesa una delle signore del rock, ovvero Polly Jean “PJ” Harvey, capace di scrivere una lunga serie di grandi album, dall’esordio Dry del 1992 al nuovo attesissimo Let England Shake, che invaderà i negozi dal 15 febbraio 2011. Intanto l’artista pubblica il video del singolo The words that maketh murder.
Cosa dire di PJ Harvey che non sia stato già ripetuto alla nausea? Nel lontano 2002 il magazine britannico Q l’ha indicata come la migliore rappresentante femminile della scena rock, e una delle più importanti della storia della musica, da accostare a mostri sacri come Patti Smith e Janis Joplin. Persino un cantautore del calibro di Nick Cave ha voluto tributarla scrivendo un capolavoro come Into My Arms.
La carriera di PJ Harvey è infatti costellata di collaborazioni eccellenti. Le è sempre piaciuto che altri artisti facessero capolino nei suoi lavori solisti, ma anche lei ha spesso impresso la sua impronta in album dei suoi amici: a questo proposito ricordiamo la folgorante apparizione nelle Desert Sessions di Josh Homme dei Queens of the stone age, ma anche in Murder Ballads proprio di Nick Cave, per non parlare dei cinque brani scritti per la vecchia signora Marianne Faithfull nel 2004.
Polly Jean ha sempre avuto un gusto eclettico nel dare vita alle sue visioni interiori, spaziando dal rock al pop alla psichedelia alla musica autoriale, il tutto spesso ammantato da un velo di malinconia che rispecchiava una profonda ricerca interiore. Con Let England Shake, però, ha spostato il suo focus sul mondo esterno, parlando di ciò che vede di storto nella sua terra e nella terra di tutti, dai conflitti alle tensioni sociali.
Ci tiene a precisare però che non si tratta di un disco politico. Alla BBC ha confessato: “Ho deciso di prestare attenzione a quel che accade fuori. Penso che gran parte del mio lavoro è stato spesso concentrato sulle mie emozioni. Stavolta ho voluto capire e osservare quel che accade al di fuori dell’Inghilterra ma sempre dal punto di vista dei sentimenti umani perché non credo di essere qualificata per fare discorsi politici”.
L’ottavo album in studio è stato inciso in una chiesa del 19esimo secolo a picco sul mare, ed è costato oltre due anni di lavoro intenso, in compagnia di fedeli amici musicisti di vecchia data come Flood, John Parish e Mick Harvey. Andiamo a goderci il video del singolo The words that maketh murder, le cui immagini sono come sempre affidate al fotografo Seamus Murphy.