I Linkin Park tornano con il video ufficiale di Lost in the Echo, e cercano di andare oltre il canonico videoclip coinvolgendo lo spettatore in un’esperienza interattiva. L’idea è semplice ma vincente: sfruttando il collegamento con Facebook e le nuove caratteristiche dell’HTML, nel video si potranno vedere i propri amici di Facebook al posto dei componenti della band. Provare per credere.
L’idea del video interattivo non è certo una novità, visto che le possibilità di questa nuova frontiera espressiva sono già state esplorate da altre band prima dei Linkin Park. Lo scopo è coinvolgere chi guarda il video, immergendolo nel filmato e rendendolo protagonista e regista dello stesso. Tutto ha avuto inizio con We used to wait degli Arcade Fire, che sfruttava l’integrazione con Google Maps portando il protagonista nei luoghi scelti da chi guardava.
Una vera e propria rivoluzione resa possibile dall’avvento dello standard HTML5, e ripreso da altre band famose nell’ultimo anno. Ricordiamo, solo a titolo di esempio, gli Ok Go con All Is Not Lost, che permetteva di scrivere una parola e vederla riprodotta dalla coreografia della band, oppure i Red Hot Chili Peppers con Look Around, che trasformava lo spettatore in regista consentendo di scegliere il punto di vista da cui osservare il video ufficiale.
I Linkin Park propongono una nuova variante per il singolo tratto dall’ultimo fortunato album Living Things: in pratica bisogna accedere al sito ufficiale Lost in the Echo e dara l’autorizzazione per collegarlo al proprio profilo Facebook. Fatto questo, nel video compariranno i volti dei vostri amici, presi a random dal sistema tra le foto archiviate nel profilo. Il tutto in un paesaggio post-apocalittico che ben si adatta alla musica, tra desolazione e strani esseri umani appena risvegliati dall’ibernazione.
Bisogna ammettere che il risultato è molto suggestivo. Per chi non ama la tecnologia, comunque, c’è sempre l’opzione lyric video, cui si aggiungerà presto un video ufficiale non interattivo, con la presenza della modella Carly Francavilla. Non sfruttare l’occasione, comunque, sarebbe un delitto.