Il sogno eretico di Caparezza è stato a mio parere il miglior album pubblicato da un artista italiano in questi primi cinque mesi del 2011. Facile, direte voi, visto che la concorrenza si riduce a pochi nomi validi (Subsonica su tutti), e invece per Michele Salvemini (vero nome di Caparezza) non era poi così facile ripetere l’exploit dei suoi album precedenti.
Il tono polemico dei testi non si è certo affievolito, così dopo la disamina senza peli sulla lingua della condizione di un paese allo sfascio come l’Italia in Goodbye Malinconia, ecco arrivare il secondo singolo, dal titolo quanto mai esplicito: Chi se ne frega della musica.
Con un testo del genere, si capisce già quale sarà il bersaglio delle sue liriche, come sempre molto ispirate: il business che circonda il mondo della musica, dove la sostanza è stata sostituita dalla forma, e apparire sembra essere l’unica motivazione che spinge gli pseudo artisti moderni.
Nel testo ce n’è davvero per tutti, dagli agenti che campano succhiando linfa vitale dai loro rappresentati alle case discografiche che non sanno più osare e praticamente pubblicano band fotocopia, dai critici che si atteggiano a grandi esperti ma alla fine fanno la coda per apparire nei reality show agli stessi artisti, che curano più la loro presenza sui social network che la scrittura dei pezzi.
Insomma, la vena caustica non risparmia davvero nessuno, neanche alcune frange di fan, di quelli che sono sempre lì pronti a filmarti con il telefonino per poi pubblicare su Facebook il video del loro artista preferito “mentre lecca un orinale” (metafora quanto mai indovinata). Il video riparte da dove si chiudeva Goodbye Mailnconia, dando davvero l’idea di un concept album. A questo punto non ci resta che attendere il prossimo tassello.