Boy George: “William e Harry? Sono peggio degli Oasis”

Divertentissima battuta di Boy George ospite di un talk show nel quale si è confermato personaggio a tutto tondo parlando (male) della famiglia reale

Tornato in auge un paio di anni fa grazie all’onda lunga del revival che ha riproposto prepotentemente lui e i suoi Culture Club, Boy George resta uno dei personaggi più dinamici e divertenti della scena culturale e musicale britannica.

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Boy George, 61 anni, ancora in attività con i Culture Club – QNM

Famoso per le sue dichiarazioni sprezzanti e dirette, il cantante ha deciso di rispondere a tono ad alcune domence nel corso del talk show di Jackie Brambles a Greatest Hits Radio parlando un po’ di tutto. Di quanto l’attuale industria discografica lo disgusti, dei suoi errori agli inizi della carriera, persino dei fratelli William e Harry, paragonati ai litigiosissimi fratelli Gallagher degli Oasis.

La TV Star

Boy George è stato uno dei protagonisti assoluti dell’ultima edizioen di di “I’m a celebrity” format televisivo britannico andato in scena per diversi anni con ascolti da record sulla rete nazionale ITV. Una sorta di Grande Fratello VIP. Ma con dei VIP veri.

Il cantante ha chiuso quest’anno all’ottavo posto assoluto conquistando la scena con dichiarazioni bizzarre e chiacchierate surreali con alcuni degli altri ospiti. La classifica non lo dice, ma secondo i sondaggi il vincitore morale è stato proprio lui: “Questa storia di essere stato il migliore secondo il pubblico non la capisco. Anche perché a quanto pare quelli che lo dicono non mi hanno votato. Non dico di essere pentito di avere fatto questa esperienza ma non capisco come si possa stare per 24 ore in relazione con delle persone e non riuscire a fare una conversazione decente.…”

Boy George ha 61 anni

Per il futuro pensa a un nuovo disco e sicuramente a nuovi tour con i Culture Club, richiestissimi dopo il grande successo dei loro concerti post pandemia tra 2020 e 2021. La band nel frattempo ha perso il suo batterista originale, Jon Moss, che ha deciso di prendersi una pausa dalle attività della band. Boy George, 62 anni a giugno, di fatto è il padre-padrone dei Culture Club.

Possiede i diritti di canzoni, album, marchio e immagini: “Sono autonomo posso decidere di fare quello che voglio. Ho una mia società editrice e una mia etichetta distributrice. Non ho paura di invecchiare e nemmeno di vivere di ricordi. Probabilmente resterò l’unica persona al mondo con la faccia originale, senza botox né filler. L’industria musicale è quanto di peggio si possa immaginare, gestita da persone che hanno paura di diventare vecchi e si comportano in modo ridicolo scimmiottando i giovani. Il problema è che non hanno la minima idea di che cosa stanno facendo e di produrre. La musica è nel caos…”

William & Harry come Liam & Noel

Amico personale di Lady Diana, la cui relazione molto affettuosa con lui causò non pochi motivi di imbarazzo agli Windsor quando era solito travestirsi da donna ed esprimere concetti politicamente non corretti per la monarchia, Boy George si diverte anche a punzecchiare la famiglia reale: “William e Harry sono come Liam e Noel, i fratelli Gallagher degli Oasis. Ognuno ha il suo preferito, la gente si potrebbe anche scannare senza sapere esattamente chi ha ragione o torto. Il dato di fatto è che ognuno nella Royal Family ha un ruolo e lo deve accettare. Dovrebbe anche imparare a comunicare e a interagire con gli altri. La famiglia reale è come una band. Nessuno può stare per conto proprio, tutti sono necessari e devono stare sulla stessa lunghezza d’onda e dovrebbero avere voglia di essere coinvolti nel loro progetto”.

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A sinistra con i Culture Club, Boy George in uno degli ultimi tour – QNM

“Quando mi sputavano sul palco”

Boy George ha accolto l’occasione per ricordare uno dei momenti più incredibili della sua carriera, all’epoca agli albori. Il visionario manager dei Sex Pistols Malcolm McLaren, lo aveva assolutamente voluto come cantante e frontman di una band che stava producendo: i Bow Wow Wow, che immediatamente prima dei Culture Club ottennero un discreto successo, mai paragonabile all’incredibile popolarità globale della band di “Do you really want to hurt me”.

“Era un progetto strano – ricorda Boy George – ma in definitiva con loro ho fatto soltanto due concerti. Il secondo al Manchester Poly finì malissimo. La gente continuava a sputarmi e io non la presi bene. Quindi scagliati l’asta del microfono nelle prime file colpendo un po’ di persone. McLaren mi licenziò in tronco. La cosa mi diede molto fastidio ma col tempo mi sono preso la mia rivincita. Ora, durante il set dei Culture Club, canto “I Want Candy” l’unico successo decente che hanno avuto. E gli pago il disturbo…”