Continua l’ondata di ritorni dall’oltretomba da parte di band che sembravano ormai aver esalato l’ultimo respiro. Ci occupiamo questa volta dei Blink 182, uno dei gruppi simbolo dell’ondata pop punk degli anni ’90, che aveva aggiornato l’irruenza del rock alle sonorità moderne, sulla scia di Green Day e Offspring.
La band, capitanata dal carismatico cantante e bassista Mark Hoppus, si era sciolta nel 2005 a causa dei continui litigi proprio tra il cantante e il chitarrista Tom De Longe. Le malelingue però insinuano che dietro lo scioglimento ci siano motivi più concreti, ovvero il presunto flop delle ultime produzioni.
Oggi, anno di grazia 2011, i Blink 182 sono pronti a fare il loro ritorno sulle scene, salutato dalla risposta entusiasta di vecchi e nuovi fan, che non vedevano l’ora di potersi godere nuova musica. L’attesa è stata ripagata con il nuovo singolo Up All Night, che però farà molto discutere.
Subito dopo l’apparizione del nuovo brano sul canale ufficiale YouTube della band, si è scatenata una vera e propria guerra dei commenti. Da una parte c’è chi boccia il nuovo corso dei Blink 182 parlando di assenza totale di ispirazione e perdita di identità, dall’altra c’è chi accoglie con entusiasmo le sperimentazioni sonore che si preannunciano.
Quale dei due gruppi ha ragione? Analizzando il pezzo si nota subito come delle atmosfere scanzonate di un tempo sia rimasto davvero poco. Il suono si è fatto più moderno e rock, sulla scia della scena indie tanto in voga al momento negli States, e la band azzarda anche un tappeto elettronico. Quel che ricollega al passato è la voce inconfondibile che intona una linea vocale classica per la band.
Up All Night però sembra quasi un abbozzo di canzone più che un pezzo concluso, sensazione rafforzata dalla fine che arriva improvvisa. Un brano che si lascia ascoltare con piacere, non c’è dubbio, ma l’impressione è che l’alchimia di un tempo sia ormai scomparsa. Per una risposta definitiva, dovremo attendere il 27 settembre 2011, data di uscita del nuovo album Neighborhoods.
