Al giorno d’oggi, tutto – senza eccezioni – diventa tecnologico. Cellulari, orologi, personal trainer e chi più ne ha ne metta. Ma ora abbiamo superato un’ulteriore frontiera: gli stivali da pesca. Una notizia a cui si fatica credere, ma tant’è. E, ve lo anticipiamo, non si tratta della solita trovata “inutile” che una ditta si è inventata pur di fare cassa. Questi stivali da pesca possono essere più interessanti di quello che si potrebbe pensare in un primo momento.
La novità ci viene dai Paesi Bassi, più precisamente dalla Delft University of Technology, con un team che lavora su degli stivali da pesca “smart”, gli stessi che conosciamo: verdi, grossolani e che isolano dall’acqua. Qual è l’obiettivo di questo progetto ancora in fase di sviluppo? Per prima cosa per individuare la location perfetta per una pesca abbondante, secondo poi per raccogliere dati idrogeologici che potete mandare direttamente a gruppi scientifici in modo da salvaguardare l’ambiente.
Per farlo, questi stivali dispongono di sensori in grado di misurare la temperatura dell’acqua. Questo aspetto è di fondamentale importanza per decidere del posto in cui pescare. Oltre a ciò, i sensori sono anche in grado di effettuare un’analisi chimica dell’acqua fino a rilevare la dispersione del carbonio o i livelli di azoto ad esempio.
L’università olandese ha ritenuto che fosse interessante che un gran numero di persone potesse condividere lo stato dell’acqua in ogni momento in una banca dati. Le informazioni possono essere inviate verso uno smartphone o un tablet tramite Bluetooth in modo che chi pesca possa visualizzare tutti i dati su un’applicazione adatta e scegliersi il posto in cui la sua pesca gli possa essere più fruttuosa. Così facendo, anche gli scienziati della Delft University hanno accesso ai dati per analizzarli.
Sul suo sito personale, il professore della Delft University of Technology, Rolf Hut, ha scritto la seguente dichiarazione: “Risolvo i problemi con un approccio in stile MacGyver”. Questo suo progetto è stato presentato alla European Geosciences Union General Assembly ed è in fase di sviluppo. Ma una curiosità sorge spontanea: questi sensori non porterebbero onde ai pesci alterando il loro comportamento?
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