Cambiano i tempi e con essi cambia anche la moda. Laddove, un tempo, la giacca era simbolo di eleganza ed esclusività, oggi rischia di diventare appannaggio di pochi tradizionalisti. E lo hanno capito anche i ristoranti più lussuosi ed esclusivi di New York.
Il ristorante più lussuoso di New York abbandona il dress code
Fino a poco tempo fa, in molti ristoranti della Grande Mela, agli uomini era possibile accedere soltanto in giacca. A quanti turisti inconsapevoli è capitato di vedersi negato l’accesso a un lussuoso ristorante, in quanto privi del dress code richiesto! Ma, dopo la pandemia, quella che era una delle usanze più curiose di New York si accinge a voltare pagina, dopo che anche il tre stelle Michelin, “Le Bernardin”, ha gettato la spugna, stanco di rifiutare l’ingresso a potenziali clienti.
Addio alla regola del “Jacket required”
Fondato negli anni Settanta nel cuore di Manhattan dai fratelli Maguy e Gilbert Le Coze, “Le Bernardin” è considerato il tempio della gastronomia parigina, dove dal 1986 si serve soltanto pesce a un’esclusiva platea di clienti. Qui, come in altri ristoranti stellati di New York, il dress code era rigoroso: “Jacket required”. Ma, quando ha riaperto i battenti, dopo mesi di lockdown, per la prima volta, “Le Bernardin” ha deciso di cambiare le regole, permettendo ai clienti di entrare anche sprovvisti di giacca.
Perché non è più richiesta la giacca
Dietro la decisione di abbandonare il tradizionale dress code, ci sarebbero “motivi di igiene” legati alla pandemia, spiega Eric Ripert, lo chef e co-proprietario del ristorante. Infatti, dal momento che molti clienti si presentavano in camicia, il ristorante metteva a disposizione alcune giacche in prestito, per non urtare la sensibilità dei commensali di vecchio stampo. Ma l’escamotage della giacca a prestito non può di certo funzionare nell’era della pandemia.
Chi non si arrende ai tempi che cambiano
“Le Bernardin” non è stato l’unico ristorante di New York a cambiare le regole. Alle regole del Covid si è adeguato anche lo storico “Galatoire” di New Orleans, dove il cliente che arriva in maglietta o camicia veniva tradizionalmente dirottato al bar o in una sala più casual, rispetto al grande salone centrale. Anche il ristorante Grenouille, che da sessant’anni propone cucina francese, ha aperto una vasta area di tavoli all’aperto, dove è possibile sedersi con un look più casual. A difendere il tradizionale dress code rimane soltanto il River Café, sotto il ponte di Brooklyn, che non si arrende di fronte “alle indegnità della nostra società“, come spiega il proprietario Michael O’Keeffe.
I tempi cambiano e l’etichetta anche
Ancor prima che giungesse la pandemia, altri ristoranti avevano abbandonato la ferrea regola del dress code, avvertita ormai come desueta e fuori tono da molti clienti, anche i più tradizionalisti. Prima il “Spiaggia” a Chicago, uno dei ristoranti prediletti dell’ex presidente Barack Obama, poi il “French Laundry” a Yountville in California. E ancora il “Daniel” a New York, perché è più importante che “il cliente si senta a suo agio“, come ha voluto sottolineare lo chef e proprietario Daniel Boulud: “Perché costringerlo in una giacca quando sta più comodo in maniche di camicia?“. In fondo, “ho molti jeans che costano più di un abito“, ha ammesso il proprietario.