Strano il destino di Silent Hill, la saga survival horror inaugurata da Konami, nel 1999, ad oggi alla sua prova del fuoco con l’ottavo capitolo della serie: Silent Hill: Downpour. Strano perché è partita con un primo capitolo che ha sconvolto e terrorizzato un’intera generazione di giocatori, seguito da un secondo titolo che ha riconfermato e avvalorato le quotazioni vincenti della saga: terrore psicologico allo stato puro, fatto di rumori, luci, ombre e silenzi dove serve. Fino al quarto capitolo ad occuparsi della realizzazione dei titoli era l’ispiratissimo Silent Team; se dovessimo fare un confronto, in termini di terrore, Silent Hill era davvero una spanna sopra rispetto allo storico rivale Resident Evil.
Peccato che, come spesso accade, la serie ha iniziato a perdere colpi, vedendo sbiadire a poco a poco quello smalto che ne ha fatto la fortuna (non è forse lo stesso destino di Resident Evil?). Silent Hill: Downpour è una promessa f
da parte di Konami di far risorgere la saga. Promessa mantenuta?
Silent Hill e Resident Evil continuano a inseguirsi; pur essendo di fatto due serie diverse, che hanno in comune solo il genere di appartenenza, vanno a braccetto: Resident Evil è partita con il botto, facendoci paura, come Silent Hill, entrambe le serie sono diventate troppo action e poco paurose negli anni e, entrambe, hanno ripromesso un ritorno alle origini. La promessa di Konami si chiama Silent Hill: Downpour che, fin dal suo annuncio, ha sbandierato il ritorno di quel terrore agghiacciante richiesto disperatamente dai primi fan della serie. L’obiettivo è stato centrato solo in parte, ma Vetra Games si è fatta carico della resurrezione della saga riuscendo a farci sobbalzare nuovamente sulla sedia e tessendo una trama ben articolata.
Il protagonista di Silent Hill: Downpour è Murphy Pendleton, un criminale condannato a scontare una pena presso il penitenziario di Wayside; durante il trasferimento, avvenuto a causa dell’omicidio commesso da Murphy nel precedente carcere, il veicolo si rovescia e scivola fuori strada. Ghiotta occasione per il protagonista, che ne approfitta per fuggire, ritrovandosi ben presto avvolto nell’inquietante nebbia di Silent Hill, acconto dal ben noto cartello stradate: Welcome to Silent Hill.
La trama del titolo, dopo un inizio in sordina, si dipana egregiamente, portando alla luce risposte sul passato di Murphy e creando sapientemente una serie di nuove domande. La quest principale ci turberà emotivamente per oltre tredici ore, ma non mancano le quest secondarie, che arricchiscono la trama raccontando pezzi di vita degli abitanti della spettrale cittadina, regalando al contempo Trofei e punteggio.
Dove invece Silent Hill: Downpour toppa miseramente è proprio sul gameplay: se la sezione esplorativa, ricchissima di enigmi, è appagante e ben congeniata, i combattimenti lasciano molto a desiderare: imprecisi a approssimativi, con Murphy che agita l’arma come un pazzo, colpendo alla cieca, tanto da convincerci spesso ad una fuga risolutiva dello scontro.
Poche lodi anche per il comparto grafico: buoni i modelli poligonali dei visi, ma le animazioni, scattose e irreali, sono al limite dell’inguardabile, intaccando quel senso di immedesimazione utile a creare la giusta atmosfera. D’altronde l’Unreal Engine 3, che muove Silent Hill: Downpour, è ormai datato; per fortuna gli spettacolari giochi di luce ed ombre, supportati dalla nostra torcia, sanno restituire il giusto clima al gioco.
Promessa quindi mantenuta, anche se solo in parte, per Silent Hill: Downpour, un ritorno atteso da tanti fan che avranno pane per i loro denti, insieme a tanta nebbia e pioggia. Data di uscita confermata per il 29 marzo.