Vi ricordate di Olympus Stylus Traveller SH-1: un vestito elegante ispirato agli ibridi PEN, un rilevatore BSI CMOS da 16 megapixel, uno zoom da 24x 25-300 mm f/3-6,9, uno stabilizzatore ibrido su 5 assi e un processore TruePic VII, uno schermo touch da 7.6 cm e solamente 460.000 punti. Ecco, ci siamo ora? Adesso che vi abbiamo dato questa rinfrescata, non sarà difficile immaginare SH-2: è lo stesso. Eccetto forse – a giudicare dall’immagine – una scocca dalla consistenza leggermente diversa. Ma perché quindi impegnarsi tanto a tirar fuori un nuovo modello per delle migliorie che sono più che altro un aggiornamento del firmware? Perché così funziona.
Olympus ha quindi integrato ad SH-2 qualche funzionalità provenienti dagli ibridi top di gamma del marchio. Il Live Composite, presente tra l’altro sul recente OM-D E-M5 II, facilita la pratica del lightpainting. Nel corso di una posa prolungata, la fotocamera numerica rinfresca automaticamente l’immagine ad intervalli regolari e rinnova le zone più luminose rispetto a quelle già presenti sull’immagine, diminuendo così i calcoli preparatori fastidiosi e il ruolo del fattore “fortuna”. La registrazione in RAW, invece, permetterà – speriamo – di migliorare un po’ la qualità dell’immagine dell’apparecchio, tra l’altro i file JPEG di SH-1 non ci avevano lasciato un ricordo molto positivo. Infine, la modalità “Paesaggio notturno” disattiva automaticamente il flash e ottimizza la velocità della messa a fuoco sui soggetti luminosi, distaccandosi su uno sfondo scuro. Assolutamente rivoluzionario.
Ma in fin dei conti, perché optare per SH-2 piuttosto che per SH-1? Perché, ultima buona notizia, la new-entry di Olympus gode di un prezzo di lancio di ben 100 euro inferiore rispetto al modello precedente: SH-1 partiva da 399 euro, mentre SH-2 è disponibile ora a 299 euro, lo stesso prezzo attuale di SH-1. Se bisognava darvi un buon motivo per optare per SH-2 anziché SH-1, ora lo avete.
Samsung Galaxy S6 Active, il waterproof per l’estate