Da che mondo e mondo se in un videogame finisci a pezzi, senza testa, senza braccia o gambe, significa andare incontro ad un inevitabile game over. I ragazzi di Rebellion però, per la pubblicazione di Konami, la pensano diversamente e hanno intenzione di rivedere lo stato di smembramento, non solo come proseguo del gioco, ma addirittura come condizione necessaria per procedere in alcuni punti del gioco.
NeverDead, come fa presagire il titolo, ci trasporta nella condizione di immortalità, dove neanche la perdita della testa ci farà desistere dalla nostra missione di cacciatore di demoni. il protagonista infatti, tale Bryce Boltzmann, è stato maledetto dal demone Astaroth, che l’ha reso immortale, a scapito della fidanzata, brutalmente uccisa. Immortale si, ma non invulnerabile, ecco perché spesso e volentieri saremo costretti a recuperare dall’arena una gamba o un braccio.
Il gameplay di NeverDead è relativamente semplice e immediato, un po’ alla stregua di un Serious Sam o di un Duke Nukem ad attenderci troveremo orde di mostri da uccidere e boss di fine livello. A disposizione del nostro eroe avremo inizialmente due pistole, (poco) utili nel combattimento a distanza, e sopratutto uno spadone, decisamente più efficace e divertente da usare, sopratutto nella mischia demoniaca; la spada può essere usata per fendenti deboli ma veloci o per caricare un colpo più potente, utile contro i boss. L’ambiente circostante è quasi tutto distruttibile: porte, muri, colonne e ovviamente barili esplosivi, bombole e estintori che con il loro scoppio aprono strade alternative, oltre ad infliggere danni ai demoni nelle circostanze. Altro punto in comune con i colleghi Sam e Duke è proprio la faccia tosta e l’ironia scanzonata del protagonista, che ama commentare e ironizzare su quello che gli succede sotto il naso.
Fin qui niente di originale insomma, ma NeverDead può sempre giocarsi l’arma della distruttibilità del suo protagonista, sicuramente una variazione divertente sul tema della classica barra di energia calante; nei momenti più concitati dell’azione infatti, capiterà spesso che il nostro Bryce saltelli su una gamba sola, tentando di recuperare la seconda gamba, persa poco più in la, o ancora, in scontri particolarmente violenti, sarà la testa del protagonista a rotolare e saltare verso il corpo per ricongiungersi ad esso. Ovviamente in questa fase di gioco, in cui siamo appunto solo una testa rotolante, siamo assolutamente indifesi e rischiamo di essere mangiati e digeriti per l’eternità; per evitare di ricominciare dal precedente checkpoint il titolo ci presenta una sorta di mini gioco, che consiste nel premere un tasto nel momento giusto, se ci riusciremo riavremo il nostro corpo nel punto stesso in cui l’abbiamo perso.
Ma l’originalità non si limita ai combattimenti senza arti; la condizione di disarticolato infatti sarà l’unica possibile per ottenere determinati bonus, impossibili da raggiungere tutti interi: grate troppo sottili, mensole troppo alte, sono accessibili solo dalla testa vagante, il che significa che in determinati momenti dovremo trovare il modo di farci a pezzi da soli ed andare in giro saltellando con la testa.
Graficamente parlando NeverDead fa il suo dovere senza far gridare al miracolo, i modelli e le texture sono infatti abbastanza poveri, ma durante l’azione frenetica non se ne sentirà la mancanza; si sentirà la mancanza, invece, di una telecamera decente in quanto nei momenti di gioco in cui saremo solo una testa spesso si perde la visuale della stessa, nascosta da oggetti o nemici.
NeverDead è atteso per febbraio prossimo, su ps3 e X360.