ChatGPT, la decisione del garante dopo la chiusura dell’intelligenza artificiale

Si attendeva una decisione sul futuro italiano di ChatGPT, l’intelligenza artificiale chiusa sul territorio italiano dal 31 marzo scorso

Da oggi ChatGPT, il portale di consulenza basato sulle risposte di un chatbot alimentato da una intelligenza artificiale, è di nuovo raggiungibile dall’Italia.

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Un modulo di analisi per l’intelligenza artificiale – Credit ANSA (QNM)

Il sito era di fatto chiuso dal 31 marzo scorso, ad autosospendersi era stata proprio la gestione manageriale del portale – gestito da OpenAI – di fronte ad alcune riserve espresse dal Garante per la Privacy.

ChatGPT riapre

Stando a una nota che OpenAI ha diffuso, le riserve sollevate da Garante per la Privacy sarebbero state affrontate e chiarite. A cominciare dalla consultazione del portale anche per chi ha meno di 18 o di 13 anni.

OpenAI è una società americana che ha avviato numerosi chatbot in ogni parte del mondo. E all’interno di alcuni territori sta affrontando alcune pregiudiziali. Il Garante per esempio aveva evidenziato che la risorsa non potesse essere disponibili per i giovanissimi, se non altro senza il consenso da parte di un genitore o di un tutore legalmente riconosciuto.

Da oggi si accede al sito regolarmente. Ma bisogna flaggare un campo nel quale chi pone richieste al chatbot deve confermare di avere più di 18 anni, o di averne 13 ma con il consenso di un responsabile. Subito dopo si accede alla solita pagina esplicativa sul trattamento e la conservazione dei dati personali.

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L’annuncio del ritorno on line di ChatGPT – Credit ANSA (QNM)

L’intelligenza artificiale, utile o indispensabile?

Sull’utilizzo di intelligenza artificiale c’è una discussione molto accesa non solo in Italia. Molti la ritengono necessaria se non indispensabile per lo sviluppo di contenuti, programmi, applicazioni. Nessun dubbio per ora è stato sollevato dai sindacati (per esempio) per il suo potenziale utilizzo nel campo dei servizi al consumatore che già oggi molte aziende affidano a bot elettronici e che rischia di costare numerosi posti di lavoro tra call center e addetti.

Molti hanno criticato l’imprecisione di chatbot a pagamento. Occorre un abbonamento annuale per realizzare foto, testi, presentazioni che costa dai 200 ai 500 dollari all’anno. Con errori anche clamorosi che vanno regolarmente on line senza la supervisione di un addetto che ora da creator diventa una sorta di correttore di bozze.

Da oggi dunque ChatGPT sarà regolarmente a disposizione degli utenti con IP italiano. Anche se quasi tutti quelli che lo utilizzavano prima del blocco hanno confessato di averlo utilizzato regolarmente anche durante il fermo grazie ad altri siti VPN, in grado di aggirare la localizzazione del loro server.