Non vi siete mai chiesti come fanno le auto dei videogiochi a rimanere sempre incollate sull’asfalto anche se effettuiamo manovre azzardate o come i conducenti sono sempre al sicuro nell’abitacolo anche dopo un incidente? Tutto deriva da un algoritmo. Quello del videogioco Gran Turismo l’ha elaborato una ditta italiana che collabora con diversi costruttori di auto, ma anche con colossi del calibro di Facebook e Google.
Enrico Busto, responsabile di AddFor, spiega che si tratta di formule sviluppate per internet, ma che hanno adattato per lavorare sulla dinamica del veicolo. Tutto viene fatto dal passaggio dal machine learning al deep learning. Le auto vengono controllate da questa funzione tramite dei sensori e delle centraline, gli stessi sistemi di raccomandazione che troviamo per Amazon o Spotify ad esempio. Il tutto è orchestrato da un’architettura elastica tra Big Data e Internet delle cose, un sistema che consente di ottenere dati molto accurati.
Come spiega Busto, questo algoritmo viene implementato in modo da rendere semplice la guida virtuale anche a chi non ha esperienza in quel campo. Tutto ruota intorno a dei software di riconoscimento dell’immagine che si estenderanno in futuro anche nei veicoli con guida autonoma, quelli veri questa volta. Lo scopo di AddFor è quello di sfruttare una soluzione che può essere veicolata in vari contesti e che presenta la stessa efficienza.
AddFor è una ditta nata dal 2008 da parte di due soci che hanno visto aumentare il loro giro d’affari. Al suo attivo l’azienda può vantare di aver realizzato applicazioni per Eni, ma ha anche progettato idee nel settore dell’automobilismo e in quello militare. La stessa formula vale per tutti: gli algoritmi sono messi a disposizione di tutti, basta hackerare altri mercati. Per lo meno, è quello che sostengono i due soci in affari. L’azienda afferma che in un videogioco di auto, il primo a tagliare il traguardo non è per forza il più bravo nella guida, ma quello in grado di rispondere a cambiamenti e imprevisti.
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