Bruce Springsteen è il re del fango: Ferrara ai piedi del Boss

Un concerto memorabile, come tutti quelli di Bruce Springsteen del resto, nonostante il maltempo e l’alluvione

Resteranno le polemiche intorno al concerto di Bruce Springsteen. Certo non scatenate dal musicista americano che già da due giorni, quando la situazione si era fatta drammatica, si era messo a disposizione di istituzioni e organizzatori.

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Springsteen tra le prime file di Ferrara – Credit ANSA (QNM)

Ma recuperare la data, la prima delle tre in programma nel nostro paese, sarebbe stato quasi impossibile. Anche in coda al tour europeo, quando Springsteen tornerà in Italia per suonare a Monza, a fine luglio.

Polemiche: senti chi parla di ipocrisia…

Le polemiche legate alla conferma del concerto sono proseguite anche per tutta la giornata di ieri, fino a sera. Con il promoter Claudio Trotta (Barley Arts) che ha definito le discussioni strumentali e ipocrite: “Abbiamo garantito un grande evento in sicurezza, in una zona non in zona rossa e senza togliere risorse all’emergenza. Dicono che lo abbiamo fatto per soldi. Ma l’assicurazione avrebbe pagato tutto…”

In realtà sulla macchina dei concerti in Italia ci sarebbe molto da dire e da scrivere. Un’industria carissima nella quale a pagare sono sempre e soltanto i fan, con meccanismi perversi che esaltano bagarini, venditori abusivi e prezzi stellari per qualsiasi cosa. Anche una semplice bottiglia d’acqua. La gente paga e sta zitta. Forse anche troppo…

Bruce Sprinsteen…Let it Rain

Poi c’è la musica. E di fronte a quella, e alla classe di un artista inimitabile e generosissimo, si perdonano anche le tante incoerenze di un sistema che specula davvero troppo. A volte senza alcun controllo…

Springsteen di presenta di fronte alle 50mila persone del Parco Bassani in perfetto orario. Prima di lui Fantastic Negrito e Sam Fender. Concerto esaurito anche se qualche persona ha rivenduto il suo biglietto o ha deciso di restare a casa viste le enormi difficoltà nel mettersi in viaggio. Persone in code fin da mercoledì notte, sotto la pioggia.

Sul prato del concerto paglia per ridurre le conseguenze del fango. La gente zuppa accetta di buon grado e rimane per ore a bagnarsi in attesa del Boss, da sette anni atteso dall’Italia.

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Tre i concerti in Italia di Springsteen che mancava da sette anni – Credit ANSA (QNM)

Let it rain…

Alla pioggia lui c’è abituato. A San Siro in un concerto memorabile (28 giugno 2003) Springsteen suonò sotto un nubifragio mostruoso per quasi quattro ore… Parte con No Surrender, giusto per mettere le cose in chiaro. Poi alterna brani recenti, altri nuovissimi a gemme di un repertorio infinito che Springsteen centellina con abilità in una scaletta mai scontata. Si concede generosamente tra il pubblico delle prime file, raccoglie suggerimenti tra senso di festa e comunità.

Scaletta e curiosità

Out in the street è festa. Nighshift, deliziosa cover dei Commodores, uno struggente ricordo di chi non c’è più. Tra le cose più belle Mary’s Place (con il suo refrain ‘Let it Rain’) che la gente canta a squarciagola, The Rising assolutamente meravigliosa, ad aprire un finale travolgente con Badlands e Thunder Road.

Finale per modo di dire. Perché i bis sono la durata media di un concerto ‘normale’. Springsteen offre Born in the USA, una versione pazzesca di Born to Run, Bobby Jean, Glory Days una lunghissima Dancing in the Dark. Oltre al classico Tenth Avenue Freeze-Out nella quale secoli fa raccontava la genesi della band con le foto di Federici e Clemons cui la folla riserva un boato. Si chiude con I’ll see you in my Dreams… altro ricordo nostalgico, che il Boss intona da solo con la chitarra acustica.

Indimenticabile, come sempre

Un po’ meno improvvisazione rispetto al solito Boss, una scaletta apparentemente un po’ più rigida per un concerto più corto rispetto ai suoi standard. Meno di 3 ore.

La cosa più bella? Tantissimi bambini sulle spalle dei papà. In qualche caso dei nonni. Con le cuffie per proteggersi le orecchie e gli occhi spalancati su un ricordo che probabilmente li accompagnerà per tutta la vita.

La gente stremata e felice che esce con il sorriso sulle labbra e ringrazia vigili del fuoco e protezione civile per il lavoro che hanno fatto in queste giornate di lutto e di stress. Ecco… il lutto male si sposa con un concerto. Anche se è di Bruce Springsteen. Si torna a casa pensando se i morti sono aumentati, a quali sono le zone alluvionate, si chiama casa dicendo ‘è andato tutto bene…’.

Domenica seconda data al Circo Massimo di Roma.