Una volta tanto le proteste sono servite a qualcosa: dopo un confronto presso il ministero dello Sviluppo, è stata fatta marcia indietro sulla questione dell’obbligo di pagamento di uno speciale canone Rai da parte di imprenditori e liberi professionisti anche se nell’ufficio non è presente alcun impianto televisivo. Possedere uno smartphone o un computer collegato alla rete non implicherà quindi la necessità di pagare il canone: la norma verrà interpretata in un modo più restrittivo per includere soltanto gli apparecchi che possono effettivamente ricevere i canali televisivi.
Scende quindi il numero di coloro che dovranno effettivamente pagare il canone speciale, ma resta da capire i criteri effettivi di scrematura e soprattutto come intenda comportarsi la Rai nei confronti di quelle aziende che hanno già ricevuto negli ultimi due mesi la lettera di pagamento di somme che vanno dai 200 ai 6.000 euro.
Canone Rai anche per computer, smartphone e tablet
La questione del canone spaciel è nata dalla interpretazione alla lettera della norma secondo cui il canone sarebbe dovuto da tutti coloro che hanno un apparecchio in grado di ricevere il segnale: questo come prevedibile è stato inteso in senso stretto includendo anche computer con connessione internet, smartphone e tablet. Sono circa 5milioni i soggetti interessati da questa iniziativa.
Un modo per fare cassa pescando ancora una volta dalle tasche dei contribuenti, proprio nel periodo post Sanremo che ha scatenato polemiche a non finire sulla gestione dei soldi nell’ambito delle reti pubbliche. Il canone Rai speciale sarebbe persino più caro del normale canone Tv e avrà un costo compreso tra i 200 e i 6.000 euro annui in base alla tipologia di impresa.
Ovviamente il diffondersi della notizia e l’arrivo delle prime bollette ha scatenato la protesta dei professionisti e delle associazioni dei consumatori, che considerano del tutto illegittime le pretese della Rai e che anzi chiedono l’intervento politico del governo Monti per fermare il tentativo di furto. Adusbef e Federconsumatori in una nota congiunta hanno espresso tutta la loro preoccupazione: “E’ l’ennesima vergogna, l’ennesimo tentativo di scippo con destrezza che deve essere respinto al mittente, da parte del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera per evitare l’ennesimo salasso”.
Nella nota si legge tutta l’incredulità davanti a questo tentativo di forzare la legge e spillare soldi dai contribuenti, posto che il canone Rai già oggi viene considerato il balzello più odioso e inutile dal popolo italiano: “La Rai, un’azienda lottizzata che sempre di piu’ sforna cattiva informazione e servizi spesso taroccati e strappalacrime per inseguire il feticcio dell’audience ha sfornato l’ennesimo balzello, a carico di imprese, studi professionali ed uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi Tv, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l’anno a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l’anno”.
Unanime il coro di protesta, che raccoglie il sostegno dei politici, una volta tanto bipartisan. Persino per lor signori nelle aule del Parlamento si tratta di un colpo basso e ingiustificato (forse perché molti deputati verrebbero colpiti in prima persona dal provvedimento). Fatto sta che è probabile un’interrogazione parlamentare in merito al canone speciale. Le associazioni delle imprese intanto confermano che chi non paga è soggetto a pesanti sanzioni e a controlli da parte degli organi di vigilanza.
Come ricorda Rete Imprese Italia: “Quella del canone speciale Rai è una richiesta assurda perché vengono tassati strumenti come i computer che gli imprenditori utilizzano per lavorare e non certo per guardare i programmi Rai. Tanto più se si considera che il Governo spinge proprio sull’informatizzazione per semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro onere così pesante e ingiustificato”. Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi di questa situazione paradossale e tutta italiana.