Non bastasse la riforma del lavoro a suscitare sgomento tra i lavoratori italiani, ecco arrivare puntuale la prima stangata di primavera che andrà a colpire le buste paga e le pensioni, rendendole più leggere grazie all’aumento delle addizionali regionali e comunali. Ennesimo regalo del governo Monti in un periodo in cui sulle tasche dei contribuenti grava già il peso dei continui aumenti della benzina, in attesa della scure dell’Imu, la nuova Ici sugli immobili che farà sentire i suoi primi effetti da giugno. Andiamo a vedere allora cosa sono queste nuove addizionali in busta paga.
Le addizionali sono imposte sul reddito che tutti i contribuenti, residenti e non, devono versare su base regionale e comunale. Esistono quindi due tipi di addizionali stabiliti dagli enti locali, che variano anche sostanzialmente da zona a zona e servono sostanzialmente ad aumentare gli introiti di Comuni e Regioni. Uno studio Caf-Cisl nazionale ha cercato di stabilire quanto costerà in busta paga: nel caso delle addizionali regionali l’aumento del prelievo scatterà per tutti a partire dallo stipendio o pensione di marzo, e sarà dello 0,33%. Questo significa che ad esempio, su uno stipendio di 1.200 euro mensili lordi, la trattenuta aumenterà di 51 euro annui solo per l’addizionale regionale.
Ovviamente la trattenutà aumenterà con l’aumentare dello stipendio e quindi del reddito. Facciamo qualche altro esempio per chiarire la situazione. Chi percepisce uno stipendio di 1.700 euro lordi al mese vedrà un aumento annuo dell’addizionale regionale pari a 73 euro; chi invece arriva a 2.200 euro lordi pagherà in più 94 euro; infine chi percepisce 3.200 euro al mese dovrà pagare in più 137 euro. E stiamo parlando solo dell’addizionale regionale. A questa va poi aggiunta l’addizionale comunale.
Per fortuna non tutti i Comuni hanno già deciso di aumentare l’addizionale di competenza per fare cassa, come previsto dalla manovra firmata dall’ex ministro Tremonti. Questo significa che non per tutti scatterà già da marzo l’ulteriore aggravio in busta paga dovuto all’aumento dell’addizionale comunale. Indubbio però che prima o poi toccherà a tutti, visto che difficilmente i Comuni rinunceranno a portare in su l’addizionale fino al livello massimo dello 0,8%. Solo i pensionati che prendono fino 7.535 euro all’anno e i lavoratori con stipendio fino a 8.030 euro lordi all’anno saranno esentati. Ma tanto loro non dovevano pagare neanche l’Irpef principale.
Nel complesso, tra addizionali regionali e comunali, dal mese di marzo molti si ritroveranno a pagare fino a 193 euro in più rispetto a quanto non facessero già (è il caso di Chieti, ad esempio), con punte clamorose nelle città dove le aliquote vengono spinte ai massimi livelli, come a Catanzaro dove l’aumento totale sarà di 262 euro all’anno. E questa è solo una componente della stangata di primavera. Nell’approfondimento che segue troverete tutte le informazioni su quello che ci aspetta nei prossimi mesi.
Buste paga, i numeri della stangata di marzo
Era nell’aria da tempo, ma ormai la stangata fiscale sta per abbattersi sulle buste paga dei lavoratori. e sui risparmi delle famiglie italiane. Marzo 2012 farà arrivare dunque nelle case degli italiani buste paga decisamente alleggerite a causa del conguaglio dell’aumento delle addizionali regionali Irpef e dell’acconto del 30% sulle addizionali comunali Irpef. I rincari saranno diversi in base alle singole città, ma l’effetto prevedibile sarà quello di gravare ulteriormente sul potere d’acquisto e sulle capacità di risparmio dei singoli e delle famiglie, in un periodo in cui tutti gli indici economici sono al ribasso.
Stangata di marzo sulle famiglie italiane
Non solo buste paga, come detto. Anche se il peso maggiore delle misure economiche del governo verrà sentito proprio sullo stipendio, sono numerose le misure che direttamente o indirettamente colpiranno le tasche degli italiani già messe in ginocchio dai primi provvedimenti entrati in vigore da inizio 2012. Tra la manovra estiva 2011 del governo Berlusconi e le norme salva Italia del governo Monti c’è davvero poco da gioire, e gli effetti più pesanti faranno sentire i loro effetti proprio dal mese “orribile” di marzo.
Il costo annuo per una famiglia media delle nuove misure sarà di 3.160 euro totali, suddivisi nel seguente modo: 2.031 euro per la manovra Berlusconi, 1.129 per quella Monti. Il calcolo è stato effettuato dalle associazioni dei consumatori, molto preoccupate per gli effetti depressivi di un prelievo forzoso tanto pesante. Come se non bastasse, a questa cifra bisogna aggiungere anche il probabile rincaro dell’Iva che porterebbe l’esborso per famiglia a quota 4mila euro.
A pesare sulle nostre tasche non sono solo i rincari sulle addizionali, la reintroduzione dell’Ici con il nuovo nome di Imu o i tagli alla spesa pubblica (mancato adeguamento delle pensioni all’inflazione e contributo di solidarietà sui redditi alti). A gravare sono infatti anche e soprattutto le tariffe di gas ed energia elettrica, l’incremento della tariffa sui rifiuti solidi, i ticket per la sanità, la crescita generalizzata dei prezzi dei generi di prima necessità e il rialzo indiscriminato della benzina (che ha ormai sfondato quota 2 euro a litro).
In questo scenario difficilmente sostenibile, poi, a marzo 2012 i lavoratori avranno anche la brutta sorpresa delle addizionali sulle buste paga. Vediamo come funzioneranno questi ulteriori aggravi.
Stangata sulle buste paga e sulle imposte locali
C’è chi ha fatto due conti per capire quanto peseranno in media le addizionali sulle famiglie italiane. La Uil Servizio Politiche Territoriali, ad esempio, calcola che la stangata delle istituzioni regionali porterà un aggravio di spesa per famiglia media di 371 euro in più, mentre quella ad opera dei Comuni aggiungerà rincari compresi in media tra i 130 e i 170 euro pro capite. Non ci vuole certo un esperto di economia per comprendere la portata (in negativo) di questa batosta fiscale.
Addizionali regionali Irpef: nella busta paga di marzo tutti i contribuenti italiani troveranno una sgradita sorpresa, ovvero il conguaglio 2011 dell’aumento dell’addizionale regionale Irpef deciso con il decreto Salva Italia approvato alla fine dello scorso anno dal governo Monti. Si tratta di un aumento pari allo 0,33% dell’aliquota base, con aliquota finale compresa tra lo 0,9% e l’1,23%, cui si aggiunge l’impossibilità di sfruttare le detrazioni sulle imposte di reddito in quanto si andrà a pagare in base all’imponibile pieno. Non si tratta peraltro del primo rincaro, visto che già nella busta paga di febbraio avevamo trovato l’acconto dell’addizionale del 2012 pari al 30%, in aumento dello 0,33% rispetto al 2011. Il rincaro totale si aggira quindi intorno ai 76 euro, ma considerando il biennio si pagheranno 152 euro in più.
Addizionali comunali Irpef: anche i Comuni ha deciso di regalarci una sorpresa in busta con l’acconto sulle addizionali comunali pari al 30%. I Comuni potevano decidere, in sede di approvazione di bilancio, se mantenere stabile l’aliquota oppure ritoccarla verso l’alto. Come prevedile praticamente tutti hanno deciso per un rialzo, e non finisce qui perché entro il 30 giugno i Comuni potranno aumentare l’addizionale Irpef, portando ad un aggravio totale medio di 58 euro pro-capite. Aspettiamoci quindi nuove sorprese da parte dei Comuni nei prossimi trimestri dell’anno.
Tarsu e Tares: non ci sono solo le addizionali, comunque, perché i provvedimenti del governo Monti hanno sbloccato tutta una serie di balzelli che nei prossimi mesi faranno sentire il loro peso sulle tasche dei contribuenti. La Tares, nuova imposta sui servizi pubblici comunali e sui rifiuti, entrerà in vigore solamente nel 2013, ma intanto continuiamo a subire i rincari della vecchia Tarsu, che negli ultimi tre anni è stata oggetto di aumenti medi del 7,6% all’anno. Se nel 2010 le famiglie italiane hanno pagato circa 210 euro, la cifra è da rivedere al rialzo sia per il 2011 che per il 2012.
Tasse locali e altre tasse: non è poi da sottovalutare il peso di tutte quelle piccole (ma neanche tanto) tasse regionali, provinciali e comunali che complessivamente influenzano e non poco le finanze degli italiani. Posizione privilegiata assume l’Irap, che almeno può beneficiare delle detrazioni per le assunzioni di giovani e donne, ma che comunque continua ad esporre le attività produttive a continui rincari. A questa si aggiungono poi il bollo auto, la tassa per il diritto allo studio, l’addizionale per il consumo del gas a livello regionale, mentre per quanto riguarda le provincie sono da tenere sotto controllo il tributo ambientale e la tassa provinciale per l’occupazione sul suolo pubblico. Infine a livello comunale, possibili rincari per la tassa sulla pubblicità e la Tosap.
Imu: non potevamo certo dimenticare la nuova tassa sugli immobili, una vera e propria stangata che si abbatterà sui contribuenti a partire dal 16 giugno 2012, data di versamento della prima rata. Si calcola che la nuova Ici poterà nelle casse dello Stato qualcosa come 12 miliardi di euro, e anche qui si sentirà il peso delle decisioni a livello comunale. L’aliquota ordinaria è fissata infatti al 4 per mille, ma i Comuni potranno aumentare o diminuire l’aliquota del 2 per mille, con un aggravio medio calcolato in 90 euro, ma con punte di oltre 400 euro a Milano e Roma. Per fortuna sono previste delle detrazioni compensative: 200 euro, cui si possono aggiungere 50 per ogni figlio a carico sotto i 26 anni fino a un massimo di 400 euro.
Foto da marco_ask