Il ruolo delle banche centrali in borsa è sempre fondamentale.
Infatti una banca centrale in generale e soprattutto la Federal Reserve degli Stati Uniti con i suoi movimenti condiziona pesantemente l’economia e quindi condiziona pesantemente le borse. All’inizio del 2022 si è cominciata a manifestare una fortissima inflazione.

Con una inflazione così forte chiaramente le banche centrali hanno avuto la necessità di intervenire con un marcato aumento dei tassi. L’inflazione negli Stati Uniti e in Europa è aumentata veramente tanto eppure l’inflazione negli Stati Uniti e in Europa ha cause molto diverse.
Inflazione molto diversa tra USA ed Europa
Infatti l’Europa paga una bolletta energetica altissima a causa della chiusura dei rubinetti del gas operata da Vladimir Putin. Mentre invece il problema dell’inflazione americana ha basi sostanzialmente diverse. Quindi la speranza di molti è che la Federal Reserve (che effettivamente sta notando un abbassamento dell’inflazione negli Stati Uniti proprio grazie al suo aumento dei tassi) possa fermarsi.
Tra l’altro anche le ultime comunicazioni ufficiali rilasciate dalla banca Centrale degli Stati Uniti sembrano andare proprio in questa direzione. Ma una cosa è fondamentale sottolineare: i comunicati delle banche centrali sono sempre un po’ sibillini.
Le banche centrali ostentano sicurezza ma sono piene di dubbi
Infatti le banche centrali sono piene di dubbi riguardo al cammino futuro da intraprendere ma ovviamente non lo vogliono esprimere chiaramente e quindi nelle loro comunicazioni si lasciano sempre aperte tutte le porte. Dunque le ultime comunicazioni ufficiali della Federal reserve sono assolutamente in questa direzione.
Offrono una certa percezione che la banca Centrale degli Stati Uniti stia diventando un po’ più colomba rispetto al passato ma chiaramente non lo affermano in modo chiaro ed esplicito. Tuttavia per chi segue con attenzione comunicati della Fed queste piccole sfumature in un senso più accomodante significano molto.
Interpretare le paure della Fed: recessione o inflazione?
Infatti secondo molti queste tenui aperture da parte della Fed ma soprattutto il fatto che l’inflazione effettivamente negli Stati Uniti sia diminuendo autorizzano a pensare ad una banca centrale più colomba e quindi anche al tanto atteso stop del processo di aumento dei tassi.
Addirittura c’è chi spera che non soltanto la banca Centrale fermi l’aumento dei tassi ma che addirittura cominci a farlli diminuire. Effettivamente se questo dovesse verificarsi il 2023 in borsa potrebbe essere un anno molto positivo.
C’è chi fa “il tifo per la recessione”
Se questa prospettiva è anche effettivamente possibile e le ultime comunicazioni della Fed autorizzano a prenderla in considerazione (anche se ovviamente a non darla per scontata) bisogna anche comunque tenere presente che sul 2023 gravano sempre i timori di una forte recessione economica.

Quindi paradossalmente addirittura c’è chi spera che i segnali di una recessione economica si facciano più concreti proprio per spingere definitivamente la Fed ad un abbassamento dei tassi. In effetti se la recessione economica dovesse diventare qualcosa di un po’ più concreto la Fed sarebbe praticamente costretta ad abbassare i tassi visto che effettivamente l’inflazione sta battendo i ritirata. Dunque le ultime comunicazioni della Fed autorizzano ad un certo ottimismo anche se ovviamente come sempre il condizionale è d’obbligo.