Il corpo di Yana Malayko è stato ritrovato a Castiglione delle Stiviere ieri dopo che la 23enne era scomparsa il 20 gennaio scorso. Uccisa in modo brutale dall’ex fidanzato. Le parole del padre della giovane vittima: “Ha lottato finché ha potuto”
Il cadavere di Yana Malayko giaceva in via Benaco, a Castiglione delle Stiviere, paesino del bresciano, dove la giovane vittima era scomparsa lo scorso 20 gennaio. La notizia del ritrovamento del corpo senza vita della barista di origini ucraine ha stravolto l’Italia intera lasciando nello sconforto più totale il padre di Yana, Oleksandr che negli ultimi giorni si era impegnato con alcuni volontari nelle ricerche per ritrovare la ragazza.

Ieri erano ripartite nuovamente le ricerche da parte dei carabinieri e nel pomeriggio dello stesso giorno, attorno alle 15:15, il tragico ritrovamento. Yana Malayko è stata rinvenuta nei pressi di una centrale elettrica. Il corpo privo di vita era sotto una catasta di legna proprio nella zona già battuta dagli investigatori grazie alle celle agganciate dal cellulare dall’ex fidanzato Dumitru Stratan, al confine tra Castiglione e Lonato.
Stratan ha ucciso l’ex fidanzata Yana ed ora è in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. In tutto questo, si fa largo ora la disperazione di chi rimane a piangere la giovane 23enne. Il padre di Yana, Oleksandr ha perso la sua unica figlia. Le parole di dolore sono un fiume in piena. Racconta la versione della figlia su quel ragazzo che, per gelosia, le ha tolto la vita.
Yana Malayko, le parole del padre Oleksandr: “Lui non mi è mai piaciuto”
Si racconta al Corriere della Sera il 45enne Oleksandr Malayko, padre della giovane vittima Yana, ritrovata senza vita ieri nei pressi di una centrale elettrica in provincia di Brescia. Ad uccidere la 23enne di origini ucraine è l’ex fidanzato, Dimitru Stratan, ora in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.

Quello che rimane dopo la tragica notizia del ritrovamento del corpo è la disperazione di un papà che a 45 anni perde l’unica figlia. Intervistato dal Corriere, Oleksandr parla del killer di Yana e di quello che la figlia gli raccontava su di lui. “Mi parlava di quel ragazzo, lui non mi piaceva perché non lavorava, beveva e basta. Non ha voluto dirci dove l’aveva nascosta”.
Oleksandr, che abita in Toscana dove lavora nel settore della sicurezza privata, racconta che in precedenza la figlia Yana gli aveva parlato diverse volte dell’ex fidanzato Dumitru Stratan. “Io e e mia figlia stavamo molto al telefono, ci dicevamo cose normalissime di ogni famiglia. Alla fine di dicembre mi aveva informato che la sua relazione amorosa stava terminando. Yana aveva dato del tempo a Dumitru affinché cambiasse, ma lui non era cambiato per nulla. Non lavorava, dormiva, beveva e rientrava all’alba sempre ubriaco. Io sapevo questo, non i particolari. Yana è una persona pratica, come me, non si piange mai addosso. Ero convinto che quella storia si sarebbe conclusa. A me, quel ragazzo non piaceva. Avevo chiesto a Yana se c’erano state violenze o strani comportamenti ma lei cambiava sempre discorso, penso per non farmi preoccupare.”
I progetti sfumati di Yana e il silenzio del killer
Oleksandr Malayko, padre della 23enne Yana, prosegue il suo racconto spiegando al cronista del Corriere quali fossero i progetti della figlia per il futuro. Obiettivi semplici, spiega il 45enne: continuare a vivere a Castiglione delle Stiviere perché lì, lei, si trovava bene: “Accolta, aiutata dalla gente del posto. Nel frattempo, da quando sono in Italia con tanti sacrifici avevo messo qualche soldo da parte con l’intendo, poi, di comprare una casa. Avevamo già individuato l’abitazione, c’erano stati i primi incontri. Era tutto a posto, Yana era pronta a costruirsi la sua esistenza. Anche a farsi una famiglia”.

Poi, tutto è andato in fumo per colpa di un uomo che invece di proteggere Yana le ha spezzato le ali. Oleksandr Malayako parla dei primi giorni dopo la notizia della scomparsa della figlia: “Ho pregato fin dalle prime ore che Dumitru rivelasse il punto del nascondiglio. Almeno quello. Per darmi la possibilità di rivedere mia figlia, e se davvero era morta, di avere un corpo da piangere ma lui è rimasto in silenzio. Non so perché l’abbia fatto. In carcere sarà stato al corrente dei disperati tentativi dei carabinieri, dei vigili del fuoco, della protezione civile, dei volontari, e anche miei di ritrovare Yana…”.
Oleksandr conclude spiegando che Yana è la sua unica figlia. A lei, dice l’uomo, “le ho trasmesso i veri valori quali il rispetto per il prossimo, per le regole, il ringraziamento a Dio ogni giorno, il dovere e la dedizione al lavoro. Non per ultimo, la capacità di difendersi davanti ai pericoli. Quella notte, quando Dumitru l’ha colpita, sono sicuro che Yana ha reagito difendendosi finché ha potuto. Ora l’assassino dovrà pagare tutto“.