Uccisi i suoceri e i corpi delle vittime nascosti in quattro valigie: spuntano nuovi dettagli su Elona Kalesha, donna condannata a 30 anni di reclusione.
Kalesha è la donna 39enne di origini albanesi condannata a 30 anni di carcere per aver ucciso i genitori dell’ex fidanzato. Teuta e Shpetim Pasho sparirono nel nulla a novembre 2015 e i loro resti furono trovati in un campo vicino la superstrada Firenze-Pisa-Livorno e il carcere di Sollicciano a dicembre 2020.

Elona Kalesha è stata condannata dalla Corte di Assise per la morte dei suoceri e gli altri macabri dettagli seguiti dopo i delitti. Una vicenda violenta e che ha dei contorni analizzati in sede processuale.
Il processo
Intorno alle ore 16 di giovedì 4 maggio 2023 i giudici del Tribunale di Firenze hanno cominciato la sentenza nell’aula bunker del capoluogo toscano. Davanti ai loro occhi era presente l’imputata e unica accusata del duplice omicidio volontario dei genitori del suo ex fidanzato. Elona Kalesha è accusata anche di aver occultato i corpi, fatti a pezzi e nascosti in quattro valigie.
La donna è stata condannata a 30 anni di reclusione e un risarcimento provvisionale da 250mila euro per ognuno dei tre figli dei coniugi (Dorina, Taulant e Vittoria). L’accusa aveva chiesto l’ergastolo per la donna che, però, si è sempre dichiarata innocente. Entro novanta giorni saranno depositate le motivazioni sulla sentenza di condanna.

Nel corso del processo sono stati presi in esame gli abiti da notte che i coniugi indossarono quando furono uccisi, con tanto di odore di sangue avvertito dai condomini dell’appartamento di via Fontana. Analisi anche sui rapporti in famiglia, nonché le ultime telefonate prima della sparizione. Senza dimenticare in questo caso anche le ricerche online della donna, effettuate durante i giorni del ritrovamento, con tanto di attenzione sugli aggiornamenti del caso e i dettagli sulla pena da scontare per un omicidio.
Ancora da chiarire chi abbia aiutato la donna, per accusa e difesa ci sarebbe almeno un complice, ma al momento nessun nome a riguardo. Sta di fatto che i corpi delle due vittime furono fatti a pezzi con un seghetto, poi avvolti in un cellophane e in seguito occultati nelle valigie, prima di essere gettati nell’urto. Per gli inquirenti risulta improbabile che tutto questo sia stato compiuto dalle sole mani della donna.
La storia
A dicembre 2020 furono ritrovati i corpi di Shpetim e Teuta Pasho, genitori dell’ex fidanzato della donna condannata per la morte delle due persone. La loro scomparsa, perl, risale a cinque anni prima quando di entrambi si persero le tracce.
Un pensionato vide la sera del 10 dicembre 2020 una valigia fradicia e avvolta da piante selvatiche. L’uomo si accorsa praticamente per caso di quanto scoperto in un orto sociale, non molto distante dal carcere di Sollicciano.

Aprendo la valigia con un falcetto scoprì la terribile presenza di un braccio, poi la corsa all’allarme presso il vicino penitenziario e la chiamata ai carabinieri di Firenze. Le ricerche dei giorni successivi permisero di scoprire quattro valigie, poco distanti l’una dall’altra, grazie al supporto dei cani molecolari.
A causa del tempo trascorso, nonché alle condizioni dei cadaveri, entrambi risultano quasi irriconoscibili. Un dettaglio, però, permise di scoprire un tatuaggio a forma di ancora su un braccio di Shpetim. A tal riguardo, infatti, le figlie della coppia confermarono l’identità.