Sudan, la situazione precipita: emergenza per 200 italiani in fuga

Il Sudan è ormai sull’orlo di una guerra civile, lo scontro tra i paramilitari e le forze dell’esercito fa decine di vittime ogni giorno, ma ci sono almeno 200 italiani da evacuare

Le ultime immagini che arrivano da Khartoum sono davvero drammatiche. Scontri strada per strada tra gli uomini che stanno cercando di prendere il controllo del paese, e che rispondono agli ordini di alcuni generali che hanno dato vita a un vero e proprio colpo di stato, e l’esercito regolare.

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Iniziano le operazioni di evacuazione degli stranieri in Sudan – Credits ANSA (QNM)

La situazione nel corso degli ultimi giorni è precipitata. Scontri a fuoco, bombe, aggressioni corpo a corpo in tutte le zone della capitale. Sono azioni militari estremamente violente.

Sudan, ormai è guerra civile

Gli stranieri che vivono e lavorano in Sudan sono almeno duemila: sono professionisti, insegnanti, medici. Ci sono anche diversi volontari che però hanno scelto di restare a prestare servizio per le loro organizzazioni. Molte delle quali stanno operando negli ospedali, che sono quasi al collasso. Tra le persone da evacuare ci sono almeno 200 italiani.

L’ipotesi è quella di organizzare la loro fuga dal paese con alcuni velivoli militari che in questo momento sono radunati a Gibuti, la città-stato autonoma posizionata sul Mar Rosso tra Eritrea, Etiopia e Somalia.

In fuga dal paese

Si tratta di una operazione molto simile a quella che in passato era stata realizzata sia in Afghanistan che in Iraq e ancora prima, all’epoca della rivoluzione degli Ayatollah, in Iran.

Anche se sia il leader dell’insurrezione Mohamed Hamdan Dagalo sostiene che non ci siano pericoli per gli ospiti stranieri del paese, il timore è che presto la situazione degeneri in un conflitto totale.

Il ministro della difesa che sta cercando di rintuzzare l’offensiva dei paramilitari, ha chiesto invece a tutti i paesi stranieri di mobilitarsi per portare fuori dal Sudan i propri diplomatici e impiegati garantendo collaborazione e copertura. Le rappresentative più numerose sono quelle di Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna e Francia.

L’ambasciata e i turisti italiani

C’era molta apprensione anche per una ventina di turisti italiani che stavano effettuando una crociera con arrivo a Port Sudan, che in questo momento è al centro di una feroce guerriglia. Nave bloccata a Hurghada, in territorio egiziano, e stanno rientrando in Italia. Il traffico aereo regolare è sospeso in tutto il Sudan, gli aeroporti civili non sono operativi.

L’ambasciata italiana, in 33esima est a due passi da Africa Street dove ci sono combattimenti molto violenti, è ancora operativa. Ma dovrebbe essere sgomberata nelle prossime ore.