Sudan, in fuga dall’orrore: gli italiani tornano a casa

. .Rientrano in Italia 200 persone che erano rimaste bloccate in Sudan in piena guerra civile mentre la situazione peggiora ora dopo ora

Stanno bene e saranno nelle loro case tra poche ore i 200 cittadini italiani in fuga dal Sudan e dagli orrori di una guerra civile che sta devastando tutto il paese.

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Un momento dell’evacuazione del personale degli Stati Uniti – Credits ANSA (QNM)

Sono diplomatici, dipendenti della nostra ambasciata di Khartoum, ma anche imprenditori, professionisti, operatori turistici. In poche ore sono stati radunati e portati a Gibuti da dove sono decollati su due aerei da carico dell’Aeronautica Militare per tornare in Italia.

Sudan, in fuga dalla guerra

Una situazione davvero difficilissima in Sudan. Nessun rispetto nemmeno per la tregua richiesta dalle autorità internazionali. Lo scopo era mettere in salvo gli stranieri che nulla hanno a che fare con la guerra civile.

L’operazione evacuazione del ministero della difesa era scattata alcuni giorni fa con l’invio di personale militare e civile con due Lockheed C130 da carico per sfollare uomini e mezzi. Non solo italiani, ma anche svizzeri e cittadini del Vaticano. Vivevano e lavoravano tutti nel pieno centro di Khartoum che da giorni è al centro di violentissimi scontri tra le forze paramilitari che stanno cercando di prendere il controllo del paese e l’esercito regolare.

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Uno dei C130 utilizzati per l’evacuazione – Credits ANSA (QNM)

Situazione disperata

Khartoum è da giorni un campo di battaglia. Scontri violentissimi con armi automatiche e violente deflagrazione. Papa Francesco nel corso del suo appello domenicale di mezzogiorno in piazza San Pietro ha invitato le forze coinvolte a dialogo e distensione chiedendo preghiere per le famiglie vittime del conflitto.

La situazione nel paese è ormai fuori controllo. Le comunicazioni sono impossibili. I feriti, in particolare i civili, sono migliaia. Ospedali al collasso in un quadro igienico sanitario terribile. Impossibile un bilancio delle vittime. Si combatte non solo nella capitale ma in tutte le principali città del paese.

Anche gli Stati Uniti e la Francia hanno avviato l’evacuazione di tutto il proprio personale. Traffico aereo completamente bloccato e gli ospedali teatro di scontri sanguinosi.