Il Sudan si ritrova sconvolto da una guerra civile che sta causando molte vittime anche tra la popolazione civile
La seconda giornata di feroci combattimenti in tutto il Sudan hanno portato le prime notizie ufficiali dopo il tentativo di colpo di stato. I medici internazionali che stanno allestendo i primi soccorsi in Sudan parlano di non meno di 60 vittime almeno 600 feriti.

Ma sono numeri assolutamente stimati per difetto e che si riferiscono alla sola capitale Khartoum che ha ospitato i combattimenti più violenti intorno alla zona del palazzo presidenziale, il primo preso d’assalto insieme alla sede della TV nazionale.
Sudan, si combatte per strada
Molte esplosioni e tantissime sparatorie dopo che il gruppo paramilitare guidato da Mohamed Hamdan Dagalo ha iniziato l’attacco agli obiettivi militari dell’esercito nazionale e al palazzo presidenziale. Il gruppo di sovversivi ha affermato di avere preso il controllo di tutti gli obiettivi strategici di Khartoum, compreso il grande ospedale internazionale.
Circostanza questa confermata anche da alcuni medici: “Siamo al centro di sparatorie selvagge, i degenti sono terrorizzati. Abbiamo chiesto aiuto più volte ma nessuno di noi può scappare, siamo vivi per miracolo” ha dichiarato una delle dottoresse di stanza al pronto soccorso.
I paramilitari dell’RSF avrebbero preso anche il controllo dell’aeroporto di Meroe, nel nord del paese oltre a quello di Khartoum e del quartier generale del comando generale.

Paese isolato e senza soccorsi
Il generale Abdel Fattah al-Burhan, capo delle forze armate del paese, ha affermato che il colpo di stato è fallito e che i militari lealisti hanno mantenuto il controllo. Ma le fonti sono discordanti e la carenza di collegamenti con il paese non rende possibile capire quale sia la reale situazione.
Alcuni testimoni neutrali parlano di combattimenti estesi in tutta la capitale e nelle principali città del paese. In una situazione di forte tensione che era iniziata per la verità già dal 13 aprile scorso quando i primi episodi di violenza si sono verificati nel Kordofan e in Darfur.
La confusione sulla situazione nel paese rende difficilissimo anche l’arrivo di forze neutrali e di sostegno alla popolazione. In molte zone di Kharotum mancano energia elettrica e acqua. Scarseggiano le medicine. Ma la sensazione è che senza un ritorno alla normalità nel traffico aereo l’arrivo di soccorsi in un paese in questo momento completamente isolato, sarà impossibile.