Strage di Cutro, sale ancora il numero delle vittime. Piantedosi, informativa in Aula

La tragedia dei migranti di Cutro è un dramma senza fine: le parole del ministro Piantedosi mostrano la posizione del Governo sull’accaduto.

La strage di persone morte in mare a Cutro è una ferita ancora aperta a causa della quale tanti migranti hanno perso la vita. Una tragedia sulla quale sono in corso tutti gli approfondimenti del caso, inevitabili alla luce anche degli oltre 70 morti.

Migranti Cutro
I familiari delle vittime del naufragio Steccato di Cutro piangono sulle bare dei loro cari nel palazzetto dello sport di Crotone dove è allestita la camera ardente (ANSA)

Il ministro ha parlato alle Camere della tragedia che ha causato decine di vittime a Cutro, in provincia di Crotone. Piantedosi ha spiegato che sono in corso “accertamenti di natura giudiziari” per ricostruire i fatti. Lo stesso responsabile del Viminale conferma il salvataggio di 36mila persone dallo scorso ottobre.

La vicenda

L’imbarcazione sarebbe partita da Cesme (Turchia) intorno alle ore 3 dello scorso 23 febbraio. Ascoltati i superstiti, inoltre, sulla nave ci sarebbero state circa 180 persone, oltre a quattro scafisti (due pakistani e due turchi). Un guasto alla prima barca, precisamente “una avaria al motore” avrebbe causato una telefonata ad un complice “per la ricerca di una seconda imbarcazione“.

Subito dopo, invece, sarebbe arrivata la barca con altri tre scafisti, per poi proseguire il viaggio verso le coste italiane. Un tragitto difficile, sotto tutti i punti di vista, durante il quale gli scafisti “ci facevano salire sul ponte solo pochi minuti per prendere aria“, ribadiscono numerosi testimoni. A poche centinaia di metri l’irreparabile, da qui tutta una serie di accertamenti su cosa non sia andato, in primis sulla delicata questione dei soccorsi.

Cutro
Esterno del Palazzetto dello Sport di Crotone dove è allestita la camera ardente delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro (ANSA)

Piantedosi ha fatto il punto sulla situazione, dopo aver ricevuto gli ultimi aggiornamenti dalla Prefettura di Crotone, parlando di 72 vittime accertate, fra queste 28 minori, insieme a 80 superstiti salvati durante le operazioni di scorso. Otto si trovano ancora in ospedale, due minorenni non accompagnati sono stati collocati presso delle strutture dedicate.

Per quanto riguarda gli scafisti, invece, ne manca ancora uno all’appello. Quelli fermati sono due cittadini del Pakistan e uno della Turchia, fra questi “c’è anche un minorenne“. Le ricerche per ritrovare il quarto scafista continuano e non si escludono “ulteriori sviluppi già nelle prossime ore” rassicura Piantedosi.

La precisazione del ministro Piantedosi

Matteo Piantedosi è il ministro dell’Interno che ha voluto precisare alcuni aspetti in merito alle critiche ricevute dall’Esecutivo, specialmente sulla questione che riguarda l’intervento della Guardia Costiera.

Sostenere che i soccorsi sono stati condizionati o impediti dal governo costituisce una falsità che offende l’onore e la professionalità degli operatori impegnati quotidianamente in mare in scenari particolarmente difficili“, ha spiegato nel corso dell’informativa. Parole precise che rappresentano una risposta alle ultime accuse emerse contro i soccorritori e il Governo.

Piantedosi
Piantedosi mentre parla della tragedia accaduta a Cutro (ANSA)

Spiegato anche il senso della frase “la disperazione non può mai giustificare viaggi che mettono in pericolo i propri figli” che ha scatenato una forte ondata di sdegno e indignazione, in particolare fra gli esponenti dell’opposizione. Nel corso degli ultimi giorni si sono infatti ripetuti gli scontri di natura politica, con tanto di richiesta di dimissioni per il ministro Piantedosi. Si tratta in ogni caso di un momento delicato per la morte di donne e bambini in cerca di un futuro migliore, in mare hanno invece trovato un destino beffardo e fatale.

Il responsabile del Viminale ha inoltre precisato che in quella circostanza si riferiva alla speranza che “la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti“, ha ribadito in aula. “Mi dispiace che il senso delle mie parole sia stato interpretato diversamente. La sensibilità e i principi di umana solidarietà hanno sempre ispirato la mia vita personale“, conclude il ministro dell’Interno.