Strage autobus Erasmus in Spagna, autista non ancora giudicato muore dopo anni: rabbia delle famiglie delle vittime

I familiari delle sette vittime italiane morte sull’autobus in Spagna chiedono ancora giustizia per quanto accaduto nel 2016: ora la notizia sulla morte dell’autista ancora in attesa di giudizio.

Il 20 marzo 2016 un autobus al cui interno vi erano ragazze e ragazzi in Erasmus si schiantò a Freginals, zona che si trova fra Barcellona e Valencia, provocando la morte di decine di giovani. Fra questi ci furono anche sette studentesse italiane. A distanza di tempo, però, è giunta la notizia della morte dell’allora autista, rimasto ancora non giudicato.

Bus Erasmus strage Spagna
L’incidente dell’autobus in Spagna causa sette vittime italiane (ANSA)

L’uomo era ancora in attesa di giudizio presso il Tribunale di Amposta. Un lungo iter giudiziario che si è concluso con la dipartita dell’uomo. Un episodio devastante per le famiglie che attendono da oltre sette anni e verità e giustizia.

La vicenda e la rabbia delle famiglie

L’autista Santiago Rodriguez Jimenez è deceduto nelle scorse ore a causa di un infarto. L’uomo era in attesa di giudizio, seppur a distanza di anni, a causa di un lungo iter giudiziario con pronunciamenti di archiviazione, rinvii a giudizio e tutti gli altri problemi legati alla giustizia in Spagna.

Le vittime italiane accertate furono Francesca BonelloElisa ValentValentina GalloElena MaestriniLucrezia BorghiSerena Saracino ed Elisa Scarascia Mugnozza. Le ragazze parteciparono al programma Erasmus e durante quel giorno persero la vita in uno schianto del bus in Catalogna. Un comunicato della famiglia delle vittime è sintomo di un grave dolore vissuto ormai da diversi anni.

Vittime incidente Erasmus Spagna
Elena Maestrini, Valentina Gallo, Elisa Scarascia Mugnozza ed Elisa Valent. Da sinistra in basso: Lucrezia Borghi, Francesca Bonello e Serena Saracino sono le vittime dell’incidente in Erasmus (ANSA)

I familiari delle ragazze morte nell’incidente hanno ribadito che “finisce la nostra storia giudiziaria. Non sarà emesso nessun verdetto perché la responsabilità penale è personale“, si legge nella nota. Non è per nulla semplice raccontare le difficoltà vissute in questi anni, specialmente dopo il “patteggiamento con una sentenza di condanna dell’autista. In cambio di uno sconto di pena, avrebbe ammesso finalmente la sua responsabilità“.

La giustizia spagnola aveva ribadito alla famiglia che a causa dello sciopero dei segretari giudiziari, perpetrato per due mesi, non sarebbe stato possibile fissare l’udienza di patteggiamento, pur ribadendo che la data era vicina. “Il pm aveva già depositato la relazione per il Tribunale con i termini dell’accordo di patteggiamento. Non era stato facile per noi decidere: qualcuno esitava, qualcuno era contrario. Ma dal 20 marzo 2016 siamo diventati un po’ come una grande famiglia e alla fine la scelta è stata presa e comunicata in Spagna“, ha ribadito.

La rabbia

Sempre le famiglie hanno spiegato di aver perso la fiducia nei confronti della giustizia spagnola, specialmente alla luce di quanto accaduto con il lungo e farraginoso iter burocratico iberico.

Francesca Bonello
Un momento del funerale di Francesca Bonello, una delle sette vittime italiane (ANSA)

Abbiamo perso fiducia in un paese dove l’esercizio della giustizia dipende dalla capienza e dal numero delle aule o dalle rivendicazioni sindacali pur legittime di un segretario. Uno stato in cui il risarcimento delle vittime di sinistri stradali vale meno di quello di altri sinistri, per non pesare sulle compagnie assicurative“, ribadiscono i genitori delle vittime.

Quindi, meglio uscirne prima possibile, per non subire più. Nemmeno questo è stato possibile. Ci resta solo la notizia che l’autista avrebbe patteggiato: è la nostra unica non sentenza“.