Le slot machine erano modificate appositamente per truffare non solo il giocatore che non vinceva mai ma soprattutto lo Stato. Ecco come i gestori truccavano le macchinette per non pagare le tasse
Le slot machine sono impostate con parametri precisissimi. Per esempio, se in un ciclo di partite il 65% deve essere restituito sotto forma di vincita, quel che rimane, ovvero il 35%, comprende il 25,6% che è la quota che va allo Stato e quella che viene divisa, solitamente a metà, tra esercente e gestore.

In poche parole, quando tutto è legale, e dunque in regola, su mille euro che finiscono nella slot machine il guadagno è di 94 euro da dividere in due. Ma cosa succede quando il sistema viene alterato? Si mette in atto una vera e propria truffa.
Questo è quello che è stato scoperto dalla Guardia di Finanza che in soli cinque giorni, tra il 15 e il 19 marzo 2023, in un servizio di controllo svolto a Napoli dove su 48 esercizi commerciali ispezionati 31 sono stati gli apparecchi sequestrati. Sette le persone denunciate e altre 66 segnalate. I meccanismi usati per commettere le truffe, scoperte dalle fiamme gialle, erano tre.
Slot machine truccate: come avviene il raggiro allo Stato
Il raggiro all’Aasms veniva fatto tra l’esercente e il noleggiatore di slot machine. Questa era la chiave di volta per poter truffare il sistema poiché ogni macchinetta funziona in collegamento diretto con la rete Aams, ovvero ogni giocata viene comunicata in automatico così come le vincite erogate e ogni singola moneta infilata nella macchinetta.

Quindi, come fare per truffare tutto? Si parte, prima di tutto, dall’interruzione della comunicazione tra la scheda interna e la rete in modo da poter far funzionare la macchinetta anche offline, senza necessariamente aver un collegamento diretto con la rete dell’Aams.
Il trucco è semplice, perché una volta che la slot non viene monitorata dal sistema, e quindi, manomessa, si può fare di tutto. Chi ci guadagna è l’esercente perché come prima cosa non versa le tasse allo Stato. Ma non solo, si può anche modificare il software e, così, truffare anche il giocatore. I sistemi scoperti a Napoli dalla Guardia di finanza, sono tre: dalla doppia scheda e quella wifi, alla truffa per bloccare le vincite sino alle slot fantasma, ovvero quelle con la scheda “craccata”.
I 3 sistemi di truffa usati dai gestori: così il giocatore non vince mai
Come riporta Fanpage, uno dei sistemi più utilizzati per truffare il giocatore delle slot è il sistema della doppia scheda e quella wifi. Questa prevede l’uso di un cambio del sistema che può essere attivato solo un un semplice telecomando. All’interno della macchinetta truccata viene inserita anche una seconda scheda non è collegata alla rete Aams. In caso di controlli, basterà premere un pulsante per tornare alla prima scheda che camufferà la truffa in corso.

La pecca di questa truffa è che viene scoperta se fisicamente si analizza la macchinetta. Ma per raggirare tale problema, i nuovi sistemi prevedono l’utilizzo di un’altra scheda, collegata tramite wifi, che non sarà quindi installata all’intero della slot modificata e dunque non identificabile durante un controllo fisico. Una seconda truffa messa in atto dagli esercenti è quella per bloccare le vincite. Ad essere raggirati, qui, sono i giocatori che non potranno mai vincere una partita.
La modifica avviene sul software e la macchinetta, in tal modo, riconosce che su ogni mille euro ne deve restituire 650. Ma per ingannare la slot e farle credere di aver già erogato il denaro e dunque bloccare quel calcolo, la macchinetta “deve” convincersi di essere in perdita. In questo modo tutte le successive partite saranno perdenti. Infine, il terzo raggiro riguarda le slot “fantasma” con la scheda craccata. Questa tipologia di slot machine non viene registrata. Il gestore dell’esercizio ne compra una, anche usata, e attraverso il noleggiatore acquista una scheda “fasulla” che ha l’obiettivo di funzionare solo offline. In tal modo vengono raggirati i controlli sia ai numeri seriali che ai collegamenti. Usando tale metodo il totale dell’incasso diventa solo guadagno per l’esercente. Anche se, per questa ultima truffa, ha un aspetto negativo: il commerciante truffaldino in caso di guasti non può contare sull‘assistenza tecnica del noleggiatore. Inoltre, se l’esercente viene scoperto, potrebbe pagare una sanzione iniziale da circa 10mila euro e multe che arriverebbero al milione di euro.