Sono passati oltre 30 anni dal delitto e dopo tanto tempo ha deciso di perseguire anche la sorella della vittima. La ricostruzione del caso parte dal 1991.
Giuseppe Dimauro è ricomparso dopo 32 anni per perseguitare la sorella della giovane che uccise nel 1991 a colpi di coltello. Un delitto compiuto dopo averla seguita per anni. In quella circostanza, però, l’uomo fu riconosciuto incapace di intendere e di volere, da qui il ricovero presso un ospedale psichiatrico per dieci anni.

Ora è invece accusato di stalking nei confronti della sorella della vittima, da qui l’arresto e i domiciliari con braccialetto elettronico in una Rsa che si trova in un paese vicino a Palo del Colle, il paese in cui viveva la sua vittima Santa Scorese. A riportare la notizia è la Gazzetta del Mezzogiorno che ha fornito nuovi dettagli sulla vicenda.
Il caso
Proprio dalla Rsa, infatti, avrebbe scritto una lettera destinata a Rosa Maria, ma recapitata ad una cugina con stesso nome e cognome. Dalle sue parole sarebbero emersi ulteriori dettagli sull’accaduto. “Se Santa quella sera mi avesse pregato di non ucciderla, non l’avrei uccisa“, avrebbe scritto il suo assassino Giuseppe Di Mauro a 32 anni dall’omicidio della 23enne di Palo del Colle, in provincia di Bari.

Proprio con la lettera inviata, il 64enne ha confermato di essere informato sulla vita della sorella di Santa. Una donna impegnata con iniziative pubbliche nella lotta contro la violenza sulle donne.
La giovane morì a causa di quattordici coltellate, un agguato in piena regola avvenuto il 16 marzo 1991. Santa Scorese decise a fine anni Ottanta di diventare una missionaria, ma durante quel periodo incontrò Di Mauro che la tempestò di telefonate e lettere, costringendola a stare con lui e arrivando perfino a minacciarla di morte.
Altri dettagli sul caso
I dettagli del delitto da un lato, la richiesta di clonazione della sorella, fornendo indicazione sul medico genetista al quale rivolgersi negli Stati Uniti. Alla lettera avrebbero fatto seguito anche messaggi sui social, da qui la scelta di denunciare l’accaduto alla polizia. Inevitabile l’arresto dell’uomo e una nuova ordinanza di custodia cautelare, così come disposto dal gip di Bari.
Rientrato in Puglia da Bolzano, attuale paziente di una struttura di Cassano Murge, è tornato a perseguitare la famiglia di Santa Scorese. Ora si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di atti persecutori nei confronti di Rosa Maria, sorella della vittima.

In seguito alla prolungata presenza in una struttura, infatti, ne era seguito lo stato in libertà vigilata e cure psichiatriche, ora invece un peggioramento della situazione e la conseguente denuncia. Sul caso della ragazza uccisa a 23 anni, la Chiesa ha avviato un processo di beatificazione, la sua storia avrebbe attirato l’interesse del mondo del cinema (realizzato nel 2019 dal regista Alessandro Piva, dal titolo “Santa Subito“).