La vicenda di Renato Vallanzasca presenta una novità sulla vicenda dei permessi premio: la precisazione della difesa, con tanto di motivazioni.
La decisione di far decadere i permessi premio era giunta dopo la revoca per il mancato rispetto delle prescrizioni, causate da un possibile “decadimento cognitivo“. La novità emerge dopo mesi di attese, ora la decisione e il commento dell’avvocato.

Renato Vallanzasca è uno dei criminali italiani accusato di numerosi omicidi, nonché rapine, sequestri ed evasioni in Italia fra gli anni Settanta e Ottanta. L’uomo ha attualmente 72 anni e una cinquantina li ha trascorsi in carcere.
Cosa è accaduto
Renato Vallanzasca è l’ex boss della Comasina, attualmente detenuto nel carcere di Bollate, che ha richiesto tramite la sua difesa di poter usufruire dei permessi premio sospesi a febbraio e marzo 2023.
L’uomo sarebbe stato segnalato dalla casa circondariale per un comportamento, indicato come “anomalo“, nello specifico legato alla mancata comprensione degli orari e anche delle modalità d’uscita durante il periodo di permesso. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto la richiesta della difesa di Vallanzasca.

La mancata comprensione potrebbe essere causata da una patologia di natura neurologica che, però, sarebbe in fase di accertamento, da qui l’istanza per il differimento della pena.
“Il detenuto ha sempre rispettato scrupolosamente le prescrizioni, ha sempre tenuto un comportamento esemplare. Nessun rilievo è mai stato mosso nei suoi confronti. I permessi premio hanno avuto per il soggetto una funzione risocializzante e pedagogicamente rilevante proprio perché sono stati fruiti presso la struttura della comunità. Questo è divenuto per lui vero e proprio ambito affettivo e di confronto“, si legge in una nota. Proprio dal provvedimento si sottolinea come Vallanzasca abbia tenuto un comportamento “esemplare” in carcere.
Le conseguenze
La negazione del permesso, in apparenza legato a questioni di tipo sanitario, sarebbero riconducibili ad una “sanzione immotivata e penalizzante […] Rischia di aggravare le condizioni psichiche del detenuto che vedeva in quegli spazi di libertà ragione di sollievo per la propria patologia neurologica“, si legge nel provvedimento.
Di fatto, quindi, Vallanzasca potrà frequentare per alcune ore e in determinati giorni una comunità presso la quale si recava già in passato. Accolta l’istanza degli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi che hanno comunicato all’ex boss della Comasina la decisione proprio nel giorno del suo settantatreesimo compleanno.

Non ci sarebbe quindi alcuna violazione delle prescrizioni, ma il Tribunale di sorveglianza ritiene che “manchino gli estremi di rimproverabilità della condotta“. Per la difesa, quindi, l’interruzione dei permessi sarebbe una “sanzione eccessiva ed ingiustificata, anche e soprattutto perché gravemente penalizzante per Vallanzasca“, ribadisce la difesa dell’uomo.
Quando entrò in carcere aveva meno di 27 anni, ora ne ha compiuti 73, una vita dietro le sbarre e per questo gli avvocati hanno chiesto di continuare il percorso di nuova socializzazione. Ciò è avvenuto alla luce del comportamento e del susseguirsi di possibili problemi di salute.