La proposta di legge per abrogare il reato di tortura è stato presentato alla Camera da alcuni esponenti di FdI. La rabbia della senatrice Ilaria Cucchi e la situazione delle carceri italiane a Strasburgo
Prima firmataria per abrogare alcuni articoli del reato di tortura è la deputata di FdI, Imma Vietri, che ha presentato l’iter alla Commissione di Giustizia della Camera. Il reato in questione è stato introdotto nell’ordinamento italiano nel 2017 ed ora con il provvedimento si intende di fatto abolire gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale che introducevano il reato.

Mentre quello che rimarrebbe in piedi è solo un aggravante all’articolo 61 del codice penale. La proposta ha suscitato scalpore e indignazione da parte dell’opposizione. In modo particolare è la senatrice di Sinistra Italiana-Alleanza Verde, Ilaria Cucchi che ha lanciato il suo appello al presidente della Repubblica Mattarella affinché non venga modificato nulla del reato di tortura.
La proposta di abrogare il reato arriva poche ore dopo l’ultimo caso giunto agli onori della cronaca dei 23 agenti del carcere di Biella sospesi dal servizio poiché accusati dalla magistratura di tortura di Stato nei confronti di 3 detenuti. Cucchi prende posizione e sottolinea: “Questo è un fatto gravissimo. Sostenere che la tortura in Italia non esista è una bugia. Far finta di niente e voltarsi dall’altra parte è già questa una violazione dei diritti umani”.
Reato di tortura, la proposta di legge di Fratelli d’Italia per abolirla
A presentare la proposta di legge per l’abrogazione del reato è stato il partito della premier Meloni, Fratelli d’Italia. Gli esponenti FdI spiegano che le ragioni che si celano dietro la proposta sono a difesa degli agenti della Polizia secondo cui: “il personale delle Forze di polizia per l’esercizio delle proprie funzioni è autorizzato a ricorrere legittimamente anche a mezzi di coazione fisica se servisse”.

Secondo i firmatari, come riporta Open: “se non si abrogassero gli articoli 613-bis e 613-ter, potrebbero essere scambiati come reati anche un rigoroso uso della forza da parte della polizia durante un arresto o in operazioni di ordine pubblico più delicate. Inoltre, gli agenti ella penitenziaria, per esempio, rischierebbero denunce quotidiane per questo genere di reato a causa delle condizioni di invivibilità delle carceri e della mancanza di spazi detentivi, con conseguenze penali molto gravi”.
In sostanza quello che si intende fare è “tutelare l’onore e la rispettabilità delle Forze dell’ordine”. A dipingere drammaticamente la questione delle carceri italiani è il Cpt, ovvero, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa in cui, a distanza di un anno dall’ultimo rapporto stilato, ritorna a chiedere l’abolizione dell’isolamento diurno dei detenuti e il riesame del regime 41-bis.
Strasburgo denuncia la situazione delle carceri italiane: violenze e invivibilità
Il Cpt sottolinea in modo particolare la situazione invivibile di alcune casi circondariali in Italia. Tra i detenuti vige un clima di violenze e intimidazioni soprattutto negli istituti di pena di Torino, Lorusso e Cutugno e quello romano di Regina Coeli. Ma non solo questa è la denuncia riportata dall’organo europeo, insieme anche il sovraffollamento in tutte le strutture visitate.

Così, Strasburgo chiede il miglioramento delle condizioni di vita dei carcerati e misure specifiche anche per le donne e per i detenuti transessuali. Il presidente dell’Associazione Antogone, Patrizio Gonnella, commentando il rapporto del Comitato Europeo sull’Italia, spiega come riporta Open: “Quello che emerge è la situazione di sovraffollamento strutturale del sistema penitenziario italiano per il quale da tempo chiediamo un incremento delle misure alternative, come percorsi diversi dalla detenzione in carcere per chi ha pene minori”.
Secondo i dati riportati dall’Associazione nel nostro Paese, ad oggi, ci sono oltre “200 indagati, imputati o condannati tra agenti, operatori e funzionari per violenze e torture”. Nel rapporto del Cpt si chiedono misure anche per un sistema di sorveglianza dinamico, ovvero, che interagisca con il sistema delle celle aperte. Dalla proposta di abrogazione del reato di tortura non ci sta Ilaria Cucchi che indignata ha dichiarato: “Questo è un fatto gravissimo. Abbiamo lottato per la sua introduzione, chi ha paura del reato di tortura legittima la tortura”.