Il processo per l’omicidio di Saman Abbas presenta più di qualche difficoltà: il ministro Nordio si muove in prima persona.
Carlo Nordio ha deciso di muoversi praticamente nell’immediato con una richiesta d’urgenza inviata direttamente all’omonimo in Pakistan. La novità ha un obiettivo ben preciso e riguarda il processo a carico del padre della giovane Saman Abbas. La richiesta è d’urgenza, ma fra i due Paesi ci sarebbero non poche difficoltà sul caso della 18enne morta in provincia di Reggio Emilia.

Il padre di Saman Abbas è attualmente in carcere, ma la vicenda rischia di procrastinarsi più del dovuto a causa di alcuni problemi di natura giuridica. Per evitare ulteriori lungaggini, di conseguenza, il Guardasigilli italiano si è mosso in prima persona con una richiesta inviata in Pakistan mediante canali diplomatici.
La decisione
Il ministro Carlo Nordio ha trasmesso all’omologo in Pakistan e alle autorità competenti la richiesta di far assistere Shabbar Abbas, padre della vittima arrestato lo scorso novembre, al processo in videoconferenza. L’uomo è accusato di omicidio e occultamento di cadavere. La richiesta arriva dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia.
Saman Abbas è la ragazza ritrovata morta a distanza di mesi dalla scomparsa in un casolare abbandonato nelle campagne di Novellara. Il Guardasigilli italiano ha inviato una rogatoria per richiedere la videoconferenza, così da permettere la partecipazione da remoto del padre della vittima. L’uomo si trova attualmente in un carcere pakistano, le udienze si svolgeranno invece in Italia.

Attivati i canali diplomatici per chiedere alle autorità pakistane “celermente” la presenza in videoconferenza di Shabbar Abbas durante le udienze per il processo a suo carico che si sta svolgendo in Italia.
Dove si trova l’uomo
L’uomo si trova attualmente rinchiuso nel carcere di Islamabad, della moglie Nazia Shaheen ancora nessuna traccia: la donna risulta latitante. Il braccio di ferro continua e adesso i giudici hanno annunciato un nuovo rinvio dell’udienza di estradizione di Shabbar Abbas. La stessa è stata nuovamente programmata per il prossimo giovedì 23 febbraio.

L’avvocato dell’uomo avrebbe fortemente criticato lo Stato italiano e il fidanzato della ragazza, accusando entrambi per la morte della ragazza. Il legale avrebbe inoltre chiesto una discussione sui documenti inviati dall’Italia che riguardano la richiesta di estradizione del proprio assistito.
Si tratta di un contraddittorio sui documenti inviati dall’Italia che riguardano la richiesta di estradizione di Shabbar Abbas. Il prossimo giovedì, di conseguenza, i giudici hanno convocato il funzionario del ministero dell’Interno che ha aggiornato il fascicolo. Al momento in Aula si sono comunque presentati soltanto tre dei cinque imputati, depositata inoltre la lista dei testimoni chiamati da difesa e accusa per parlare della vicenda.
La ricostruzione della vicenda
Attualmente sono cinque gli indagati per la morte di Saman Abbas. Ad uccidere la giovane fra il 30 aprile e il primo maggio 2021 sarebbe stato lo zio Danish Hasnain, ma quest’ultimo nega tutto. L’uomo avrebbe compiuto il delitto insieme ai cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomunhulaq, di comune accordo con Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori della vittima. Tutto sarebbe avvenuto dopo l’ennesimo litigio.
La ragazza fu strangolata e successivamente sotterrata in una buca all’interno di un casolare non molto distante dalla casa di famiglia che si trova in un’azienda agricola di Novellara. Padre e madre della vittima fuggirono praticamente nell’immediato dopo il delitto, zio cugini e fratello minorenne di Saman varcarono il confine francese dopo una settimana dall’omicidio.
Proprio alla frontiera i quattro furono fermati dalla polizia, trattenendo soltanto il fratello minorenne, lasciando liberi gli altri. In quel momento, infatti, non vi fu alcun ordine di cattura nei loro confronti, cosa avvenuta successivamente dopo il prosieguo dell’attività investigativa. Il ministro Nordio si è già mosso in tal senso, si attende la risposta del Governo pakistano.