La morte di due poliziotti da un lato, dall’altro la rabbia per quanto deciso nei confronti di Augusto Meran. La scelta in Corte d’Appello scatena le polemiche.
La vicenda parte dal 4 ottobre 2019 quando Alejandro Augusto Stephan Meran, cittadino 30enne dominicano, uccise due poliziotti a Trieste. L’uomo si impossessò di una pistola in Questura e uccise Matteo Demenego e il collega Pierluigi Rotta, tentando di ferire anche altri otto agenti in servizio al momento dell’accaduto.

Le famiglie delle vittime hanno accolto con rabbia la decisione dei giudici. Anche la Corte d’Assise d’Appello ha infatti confermato l’assoluzione per il cittadino della Repubblica Dominicana.
La decisione
Sono trascorsi oltre tre anni da quella tragedia e per questo Fabio Demenengo, padre di Matteo, ha ribadito di essere profondamente deluso per la decisione dei giudici. “Siamo stanchi, siamo stanchi…“, commenta contrariato a fine udienza. Il giudice ha confermato la sentenza di primo grado e deciso di assolvere l’uomo per “incapacità di volere“.

La pericolosità di Meran, però, ha determinato il trasferimento presso una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Attualmente l’uomo si trovava in carcere a Verona, ora tutto cambia. Dopo l’assoluzione in primo grado, avvenuta circa un anno fa, era partita la caccia alle perizie psichiatriche. La richiesta di assoluzione era stata già chiesta dalla Procura di Trieste, adesso la conferma, nonostante il precedente ricorso del magistrato Carlo Maria Zampi.
La rabbia delle famiglie
La sentenza di secondo grado ha inevitabilmente addolorato le famiglie delle vittime. “Siamo un po’ stanchi di sentire queste scuse: quanto è malato Meran, quanto sta male. Siamo stanchi di questa storia, però dobbiamo andare avanti e non ci resta niente altro da fare. È un po’ un ripetersi di queste udienze, prese con molta leggerezza“, ha ribadito Fabio Demenego, padre di Matteo.
La parte civile ha ribadito che la Procura generale si è attivata per il ricorso presso la Corte di Cassazione. “Questa sentenza smarrisce il senso di giustizia“, ha commentato a fine udienza l’avvocato Valter Biscotti, legale dell’associazione Feriti e vittime della criminalità e del dovere (Fervicredo).

Meran dovrebbe così rimanere nella Rems per 30 anni, molto probabilmente nei pressi di La Spezia. Durante la mattinata di venerdì 28 aprile 2023, il procuratore generale Carlo Maria Zampi ha confermato “la necessità di disporre una nuova perizia per accertare la seminfermità mentale” e non il vizio totale. La richiesta è quella di una condanna a 25 anni di carcere, seguiti da una custodia in una Rems per almeno tre anni.
“È un po’ un ripetersi di queste udienze, prese con molta leggerezza però i giudici sono loro. Mi auguro solo che quando un giorno servirà loro l’aiuto di un agente di polizia e si presenterà un ragazzo di 20 anni. […] magari ci pensano“, ha aggiunto Fabio Demenego. La rabbia delle famiglie arriva dopo che Meran era stato già assolto in primo grado a causa di un vizio mentale: rimarrà per 30 ani in una Rems. “Siamo stanchi di sentire queste scuse“, ribadisce Fabio Demenego.