Pier Paolo Pasolini, a 50 anni dal suo delitto si riapre il caso | Quali sono i motivi

Riaprire le indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini: i dettagli sul caso dopo la richiesta dell’avvocato per fare luce sulla tragedia avvenuta nel 1975. Dal commento dell’avvocato emerge un dettaglio chiaro. 

La Procura di Roma ha dato l’ok alla nuova istanza per riaprire le indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Il regista morì il 2 novembre 1975 presso l’Idroscalo di Ostia, ma non ci sarebbe un solo DNA scoperto sul luogo delitto.

Caso delitto Pasolini
A distanza di quasi 50 anni la richiesta sul caso di Pier Paolo Pasolini (ANSA)

L’istanza è stata intanto presentata dall’avvocato Stefano Maccioni e porta la richiesta del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti. All’interno dell’atto, con tanto di domanda diretta ai pubblici ministeri, emerge l’istanza di approfondire la questione legata ai tre DNA individuati dai Ris nel 2010 proprio sulla scena del crimine.

La vicenda

Per la morte di Pasolini l’unico condannato in via definitiva è Pino Pelosi (9 anni e sette mesi di reclusione), ma non sarebbe il solo. Trovate sul posto altre tre tracce. Ancora da chiarire quale sia il motivo e perché dopo quasi 50 anni dal delitto non sia ancora possibile stabilire la verità giudiziaria sul delitto di Pier Paolo Pasolini.

Pier Paolo Pasolini mostra
Il caso del regista resta ancora irrisolto dopo la morte avvenuta nel 1975 (ANSA)

Secondo l’avvocato Maccioni, infatti, si tratterebbe in questo caso di dati scientifici, nel caso specifico tre DNA. Ed è proprio “da qui si deve partire per svolgere le indagini per accertare a chi appartengono”, ribadisce l’avvocato.

Durante la prima indagine furono esaminate 30 DNA, ora però bisognerebbe “verificare le dichiarazioni di Maurizio Abbatino, esponente della Banda della Magliana, che alla Commissione Antimafia dà una giustificazione sul perché Pasolini si recò all’Idroscalo di Ostia“, ribadisce il legale.

L’ipotesi

Sempre secondo l’avvocato, inoltre, Pasolini si sarebbe recato presso il luogo ad Ostia. Il motivo non sarebbe quello di consumare un rapporto sessuale occasionale con l’ex Pino Pelosi, ma riottenere i rulli “del film Salò o 120 giornate di Sodoma che gli erano stati sottratti e a cui teneva tantissimo“.

Pasolini
I dettagli sul caso del regista trovato senza vita presso l’idroscalo di Ostia a metà anni Settanta (ANSA)

Secondo l’avvocato Maccioni, seguito in questo caso anche dal regista Grieco e dallo sceneggiatore Giovannetti, Pasolini cadde in una trappola. Il regista rimase vittima di un’aggressione a causa della quale perse la vita. “Nell’istanza di centinaia di pagine forniamo molti elementi, tante tessere che i magistrati devono mettere insieme“, si legge nella nota diffusa dall’avvocato.

I dubbi

Proprio il legale si interroga su chi fosse il ragazzo biondo con capelli lunghi e i motivi per i quali la foto firmata da Vincenzo Panzironi, proprietario del ristorante Al Biondo Tevere“, non sarebbe stata ritrovata al momento del riconoscimento. Diversi i punti oscuri da chiarire sul caso del regista italiano ucciso nel 1975 a Ostia.

È stata trovata la foto firmata da Ubaldo de Angelis per il riconoscimento di Pino Pelosi. Una foto fatta e difficilmente poteva essere in possesso della polizia a quell’ora. Alle ore 17 del 2 novembre era già in possesso della polizia, proprio quando Pino Pelosi confessa l’omicidio qualche ora prima. Questa è una foto di Pino Pelosi fatta in centro a Roma appoggiato a un alberello. Francamente non ci giustifichiamo come la polizia potesse avere quella foto”, ha aggiunto ribadito l’avvocato.

Lo stesso avvocato Maccioni ha ribadito che il testimone chiave sarebbe Ubaldo de Angelis, proprietario del bar di via Chiabrera 122, precisamente il luogo in cui si riuniva la banda della Magliana. “Sappiamo che il proprietario del Biondo Tevere descrive il ragazzo che era a fianco e insieme a Pasolini come un giovane avente i capelli biondi e lunghi. Noi abbiamo sempre detto che non era possibile che fosse Pino Pelosi. Aveva capelli ricci e mori e quindi era evidente“, conclude Maccioni.