Un parto avvenuto in casa finito nel peggiore dei modi. Dopo 30 ore di travaglio il neonato nasce morto. Per il decesso sospetto sono indagate due ostetriche. Il dramma a Rimini
Dopo un travaglio durato 30 ore Alessandro è nato morto. Al parto, avvenuto in casa, hanno collaborato due ostetriche di Rimini, ora indagate per omicidio colposo. La coppia di genitori che tanto desiderava quel figlio sono sotto shock per il trauma vissuto e hanno denunciato le due donne. Il neonato è nato già privo di vita, soffocato ancor prima di venire alla luce.

La notizia è stata divulgata inizialmente dai quotidiani emiliani facendo, in breve, il giro delle testate giornalistiche nazionali. Secondo il legale della coppia, l’avvocato Piero Venturi, così come riporta stamani anche Leggo: “Ci sarebbero state delle irregolarità e leggerezze commesse durante il lungo travaglio. Marito e moglie avevano stabilito che il piccolo Alessandro dovesse nascere in casa, per cui la futura mamma aveva contattato due ostetriche, avviando il percorso burocratico per ottenere le autorizzazioni dell’Ausl”.
Il dramma ha sconvolto non solo i due genitori ma anche l’intera comunità per la gravità della situazione. Inoltre, la gravidanza non era considerata a rischio, dunque non sono ancora chiari i motivi che hanno portato al decesso il piccolo nato.
Parto in casa finisce in tragedia: morto neonato soffocato dopo 30 ore di travaglio. Indagate due ostetriche
La gravidanza della donna di 34 anni procedeva senza alcun problema tanto che la ginecologa che aveva in cura la gestante aveva rilasciato anche il nullaosta per il parto in casa. La dottoressa era convinta che fosse un parto a basso rischio. Così non è stato, o meglio, secondo quando riferito dalle due ostetriche chiamate per supportare la futura mamma nelle fasi del travaglio, il feto era in una posizione anomala e che per tale ragione andava riposizionato attraverso una specifica manovra.

Tra il 3 e il 4 novembre del 2022 alla partoriente si rompono le acqua. Inizia nella notte il travaglio ma a casa della coppia si presenta solo una delle due ostetriche arrivata con ben due ore di ritardo dalla telefonata. Le ore trascorrono e intorno le cinque del mattino, con dolori assurdi, il marito propone di portare la moglie in ospedale, preoccupato dalla situazione sempre più grave.
Di parere opposto le due professioniste che, invece, hanno insistito affinché la donna continuasse il travaglio e il parto in casa. Il 6 novembre, dopo 30 ore di estenuanti dolori alle 6.30 la gestante viene portata in ospedale in macchina violando, così, il protocollo medico che richiedeva l’intervento dell’ambulanza. Giunta in sala parto, il battito cardiaco del piccolo non c’era più, l’ecografia eseguita successivamente ha confermato la morte. Alessandro è morto nell’utero della mamma.
Accusate le ostetriche di omicidio colposo: aperta inchiesta sul decesso
Dopo il decesso del piccolo Alessandro, la Procura di Rimini ha aperto un’inchiesta. L’autopsia sul corpo del neonato ha evidenziato la morte per soffocamento. Secondo l’avvocato Venturi, legale della coppia, le due ostetriche di 45 e 37 anni non avrebbero trascritto in modo dettagliato il diario clinico della loro paziente in modo da tracciare tutte le diverse fasi del parto da consegnare poi ai medici del reparto di ginecologia dell’ospedale.

Il diario clinico delle ostetriche, secondo quando riferito dal legale dei due genitori, sarebbe stato dimenticato in casa della coppia di coniugi e molto probabilmente scritto in tutta fretta e modificato in alcune parti. Infatti, parrebbe che rispetto alla copia originale, il diario clinico riscritto dalle due professioniste risulterebbe pieno di incongruenze.
Inoltre, alle due viene contestato il metodo di trasporto della partoriente in ospedale. Infatti la 34enne venne portata in auto dal marito e non, come da prassi, facendo arrivare un’ambulanza del 118.