Oscar Pistorius, perché il campione resta in carcere dopo l’omicidio della fidanzata

Sono passati dieci anni dall’assassinio di Reeva Steenkamp, nei guai l’ex atleta paralimpico Oscar Pistoruis: non concessa la libertà vigilata. Il campione uccise la compagna nel 2013.

Oscar Pistorius è il campione paralimpico che la notte di San Valentino nel 2013 uccise la fidanzata Reeva Steenkamp. Si tratta del primo disabile a partecipare ai Giochi con persone normodotati. Sta di fatto che fra sedici mesi ci sarà una nuova udienza e ciò significa che fino ad agosto 2024 rimarrà in carcere.

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Pistorius resta ancora in carcere, cosa emerge (ANSA)

La decisione del Correctional Supervision and Parole Board (Cspb) arriva a distanza di dieci anni dal femminicidio della fidanzata. Il velocista sparò più volte attraverso la porta del bagno dell’appartamento in cui vivevano. La giovane morì mentre era chiusa a chiave in bagno, Pistorius in quel caso esplose dalla porta quattro colpi di pistola, colpendola in pieno e uccidendo la compagna.

La vicenda

Durante la mattinata di giovedì 31 marzo 2023 si è tenuto presso il carcere di Atteridgeville, non molto distante dalla capitale Pretoria, l’udienza del processo a carico di Pistorius. Intanto il parere negativo alla richiesta di Pistorius, circa la richiesta del “detenuto che non ha completato il periodo minimo di detenzione stabilito dalla Corte Suprema di Appello“, riguarda il periodo trascorso in cella dall’uomo e la dichiarazione del Cspb.

Già in questa ottica era stata comunicata una nota lo scorso 28 marzo, ora invece un nuovo esame sulla richiesta di libertà vigilata avverrà soltanto ad agosto 2024. Proprio in quella circostanza, infatti, i termini riscontrati dalla Cspb saranno giusti e quindi la richiesta dovrebbe essere di conseguenza accolta.

Di fatto, quindi, l’ex atleta non ha scontato il periodo minimo di detenzione necessario per ottenere la libertà condizionata. Così facendo, di conseguenza, Pistorius avrà davanti a sé oltre un anno di carcere prima che la sua richiesta di rilascio anticipato per buona condotta venga nuovamente considerata dalla giustizia sudafricana (come già specifico ad agosto 2024).

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Le novità sulla vicenda di Oscar Pistorius (ANSA)

Proprio i legali dell’atleta avrebbero mosso più di qualche perplessità sulla vicenda, soprattutto alla luce della richiesta accettata senza che venissero confermati i motivi procedurali, cosa che sarebbe invece emersa soltanto dopo. Inevitabile anche in questo caso il parere negativo espresso dai genitori della vittima.

La madre si sarebbe sempre rifiutata di incontrare Pistorius, il padre di Reeva lo ha invece incontrato e in seguito ribadito. “Non ha mai ammesso la mia verità: aver volontariamente ucciso Reev“. La dichiarazione favorevole alla libertà vigilata era stata concessa da enti e persone che lavorano in carcere, proprio quelle venute a contatto con il campione paralimpico.

Le conseguenze

Fra questi ci sarebbe TP Haiko, coordinatore sportivo, d’arte e cultura che, insieme all’assistente sociale Clara Erenst e agli psicologi, i quali avrebbero parlato di un incontro positivo in carcere.

Pistorius carcere
Pistorius e la novità che arriva dal carcere (ANSA)

Di tutt’altro avviso Tebogo Molto, vicepresidente del comitato della prigione, scettico per per il conteggio legato proprio in questo caso al periodo di detenzione. Proprio da qui sarebbe scaturita la decisione negativa. La conseguenza è che Pistorius dovrà ripresentare la richiesta e discuterla fra oltre un anno, così come previsto dalla legge.

La versione di Pistorius

Oscar Pistorius ha sempre ribadito che la morte della compagna sarebbe stato un tragico incidente, fornendo la sua versione dei fatti. Entrambi si sarebbero svegliati per il troppo caldo in stanza e con il condizionatore fuori uso. Lui si sarebbe alzato dal letto, senza però usufruire delle protesi, per spostare i ventilatori maggiormente verso il balcone.

In quel momento ha ribadito di aver fatto tutto al buio e di avere Reeva accanto. Secondo la sua versione, inoltre, avrebbe udito un rumore provenire dal bagno, da qui la volontà di prendere la pistola e intimare alla ragazza di nascondersi e chiamare la polizia.

Porta del bagno chiusa dall’interno e richiesta di uscire fuori, poi quattro colpi di arma da fuoco. Mettendosi alla ricerca della donna, invece, non l’avrebbe trovato, decidendo poi in seguito di sfondare la porta. Avrebbe fatto tutto con una mazza da cricket, trovando il corpo della compagna senza vita.