Omicidio Thomas Bricca, chi era il vero “bersaglio” dell’agguato | Il punto sulle indagini

A questo punto è chiaro: il vero bersaglio dell’agguato mortale di Alatri, non era il 18enne Thomas Bricca, ma un ragazzo di origini magrebine. Ora sotto protezione, come riporta il quotidiano La Repubblica. Le indagini in corso

Le indagini vanno avanti, non si fermano. I killer e i mandanti dell’omicidio di Thomas Bricca, morto dopo 48 ore di agonia in seguito all’agguato di Altri dello scorso lunedì, vanno trovati. E gli investigatori su questo non si risparmiano e non trascurano nessuna pista.

Omicidio Thoma Bricca
Omicidio Thomas Bricca, non era lui il bersaglio dell’agguato. Foto Ansa

Le indiscrezioni sulle indagini, col trascorrere dei giorni si diradano, ma ormai appare certo un dettaglio fondamentale sin dall’inizio: Thomas non era il reale bersaglio della sparatoria. Nel mirino dei mandanti e degli esecutori del fatto di sangue c’era un altro giovane di origine magrebine. Il ragazzo era su quella piazza del comune della provincia di Frosinone quella maledetta sera. Come Thomas indossava un giubbotto dal colore simile. Ecco perchè l’iniziale ipotesi investigativa è diventata una tesi quasi cristallizzata. Sufficiente a motivare il tragico agguato.

Omicidio Thomas Bricca: il bersaglio non era lui, ma un giovane magrebino

I timori, quasi certezze, sono stati palesati anche dal giovane magrebino che è stato ascoltato dagli uomini dell’arma e che ora sarebbe sotto protezione, come scrive anche Repubblica. Si tratterebbe di un ragazzo inserito nello spaccio di hashish della zona. Tornando infatti alle indagini dietro gli spari di lunedì scorso, ci sarebbe stata una rivalità tra bande legate al controllo del territorio. In uno dei due gruppi a fare da capi ci sarebbero dunque i due fratelli che due giorni fa si sono presentati in caserma ad Alatri chiedendo di essere ascoltati. Sembra però acclarato che la vittima non appartenesse a queste bande. Thomas si trovava sul luogo dell’agguato solamente perchè era ritrovo di amici, della sua comitiva.

Le indagini sull’omicidio: le risse che hanno preceduto l’agguato

Omicidio Thomas Bricca, il punto sulle indagini
Omicidio Thomas Bricca, il punto sulle indagini. Foto Ansa

Va infatti ricordato, che nel fine settimana che ha preceduto l’omicidio,  si era consumata una rissa ad Alatri, vicino Piazza Santa Maria Maggiore. Zona del centro storico del comune nel frusinate. Erano più o meno le 18 del pomeriggio, c’erano tante persone sulla piazza. Il giovane marocchino,  insieme ad un altro ragazzo,  viene  circondato: volano schiaffi, si sentono urla. A colpire altri ragazzi, appartengono alla gang rivale. La domenica successiva, quindi siamo a 24 ore prima del tremendo fatto di sangue, scatta la vendetta: il ragazzo magrebino, con lui anche altri immigrati di una casa famiglia agiscono contro l’altra banda. Sarebbe stato ferito un familiare di questa stessa banda. Si tratterebbe di un uomo adulto, forse un quarantenne. Sarebbe stato pinto giù dalle scale, appeso ad una balaustra, scrive oggi il Messaggero, e colpito più volte con una spranga.

Arriviamo di nuovo a lunedì scorso. Ore 20.30. Sul luogo dell’agguato, dove c’è una scala,  c’è Thomas insieme ad altri due adolescenti. Arriva il giovane magrebino,  e come dicevamo indossa un giubbotto chiaro anche lui. Trascorrono pochi istanti, arriva il famigerato T Max guidato da due persone. C’è buio. La targa dello scooter è oscurata. Chi lo guida va a colpo sicuro, non si esclude che seguisse il “bersaglio” umano. Le telecamere montate sulla zona non lasciano spazi a dubbi: vengono esplosi 3 colpi da una distanza di 20 metri. Un proiettile centra Thomas. E quello che accade dopo purtroppo è diventato oggetto di racconto delle cronache locali e nazionali. Il ragazzo morirà all’Ospedale San Camillo. Una famiglia perde il suo bene più prezioso a soli 18 anni. 

Il magrebino sui social “ora voglio giustizia”

Omicidio Thomas Bricca
Omicidio Thomas Bricca, a che punto sono le indagini. Foto Ansa

I fratelli ascoltati non sarebbero formalmente indagati. La procura,  si sa,  procede per omicidio volontario contro ignoti. I due ragazzi sentiti  per ore in caserma si sarebbero guadagnati la fiducia di chi conduce le indagini. Come? Facendo nomi, fornendo dettagli. Tornando al ragazzo magrebino, secondo quanto raccolto da Repubblica che ha voluto mantenere l’anonimato circa la sua identità, avrebbe affidato anche ai social il proprio pensiero “Figli di puttana mi avete segnato la vita e l’avete tolta a mio fratello”. Scrive ancora questo giovane, che fino a lunedì le pistole non erano mai entrate nelle faide della piazza, perchè tutto veniva chiarito in maniera diversa. Senza il sangue. “Ora voglio giustizia”, chiude così il suo pensiero.