Proseguono le indagini sull’omicidio di Rosa Gigante, la madre del tiktojer Donato De Caprio
C’era una piccola folla ieri a Pianura quando nei pressi della casa dell’omicidio sono arrivate le figlia di Rosa Gigante.

Clima di tensione, soprattutto dopo l’autodifesa della donna accusata dell’omicidio che secondo le parole del suo avvocato avrebbe discusso con la vittima per una storia di bollette scomparse dalla cassetta delle lettere.
L’omicidio di Rosa Gigante
Ma nessuno, proprio nessuno dei vicini della anziana donna ha suffragato questa testimonianza. Rosa Gigante, una donna di 73 anni che ha vissuto una vita di lavoro tirando su cinque figli, era ipovedente. Quasi cieca. Non usciva quasi mai di casa e non apriva a nessuno che non conoscesse: i figli che andavano a trovarla tutti i giorni non appena uscivano dal lavoro e alcuni vicini, dei quali si fidava.
L’avvocato di Stefania Russolillo, 47 anni, si limita a ripetere quella che la sua cliente ha testimoniato: “Ha detto di non avere commesso alcun omicidio raccontando di avere avuto un alterco con la signora gigante per alcune bollette sparite e di essere stata aggredita fisicamente e verbalmente. Sul volto aveva dei graffi che sono stati verbalizzati”.
La ricostruzione
L’ipotesi di un alterco, addirittura di un’aggressione scatenato proprio dalla donna anziana e ipovedente, viene respinto con forza sia dai figli che dagli altri condomini di Pianura dove Rosa Gigante viveva da anni.
Nel frattempo l’arresto di Stefania Russolillo è stato convalidato. Ma la donna, che in un primo momento sembrava avere confessato e poi ha ritrattato, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Trasferita nel carcere femminile di Pozzuoli la donna è stata ascoltata dal giudice per le indagini preliminari a Poggioreale.
Le sue ammissioni iniziali, costellate di molti non ricordo e di alcune affermazioni contraddittorie, a questo punto dovranno essere verificate. SI profila l’ipotesi di una perizia psichiatrica richiesta dal GIP. Una prassi obbligata considerando che la donna è seguita da anni presso un centro di igiene mentale della città.

Altre ipotesi al vaglio…
Confermata l’ipotesi che la morte sia avvenuta dopo uno strangolamento ma il resto lo dirà l’autopsia.
Si sta cercando di chiarire se la vicenda implichi una questione di soldi e se in qualche modo sia riconducibile con la popolarità e il successo del figlio della vittima, Donato De Caprio, il tiktker salumiere che vanta milioni di follower e che ha appena aperto un’attività di enorme successo a Napoli. Un’attività che incassava una piccola fortuna ogni giorno che in qualche modo avrebbe potuto fare gola…