Omicidio Paolo Stasi, 19enne ucciso a Brindisi: 3 persone arrestate. Indagata anche la madre

L’omicidio del 19enne Paolo Stasi, morto ammazzato in strada con due colpi di pistola, è a una svolta. Un blitz dei carabinieri di Francavilla Fontana ha portato all’arresto 3 persone e indagate altre 8. Tra questi ultimi, anche la mamma della giovane vittima

Il blitz dei carabinieri del Nucleo investigativo di Francavilla Fontana è avvenuto alle prime luci dell’alba di oggi, 22 maggio 2023, in provincia di Brindisi. Tre arresti di cui due con l’accusa di concorso in omicidio volontario e un’altro per spaccio di droga. Inoltre, sono due le misure di obbligo di dimora.

omicidio Paolo Stasi
Omicidio Paolo stasi, 19enne ucciso con due colpi di pistola in strada. Indagata la madre. 3 arresti (ansa) qnm.it

I fermi rientrano nell’inchiesta sull’agguato del 19enne Paolo Stasi, ucciso nella notte tra il 18 e il 19 novembre dello scorso anno con un due colpi di pistola davanti casa sua in via Occhibianchi.

In totale gli indagati sono otto: tra questi spunta anche il nome di una donna, la madre del giovane ragazzo ammazzato che dovrà difendersi dall’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio.

Omicidio Paolo Stasi: le ipotesi investigative

L’inchiesta sul delitto di Paolo Stasi è stata condotta dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Paola Gugliemi insieme al procuratore Simona Filoni che hanno avviato le misure cautelative per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi e per i minorenni di Lecce sull’omicidio maturato nel contesto criminale dello spaccio di droga.

omicidio Paolo Stasi
Omicidio Paolo Stasi, freddato con due colpi di pistola nel Brindisino. 3 arresti, 8 indagati di cui anche la madre (ansa) qnm.it

Nel fascicolo si è anche aggiunta, oltre all’ipotesi di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi nonché alla detenzione e porto in luogo pubblico di un’arma da sparo, anche un’altra ipotesi, ovvero quella del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Nei mesi trascorsi dal giorno del delitto hanno portato gli inquirenti alla raccolta di maggiori dettagli. Le ricostruzioni ipotizzate nelle primissime settimane  condensate poi nell’inchiesta del Tribunale del Riesame di Brindisi hanno fatto luce anche sul ricorso dell’avvocato Leonardo Andriulo, poi rigettato, nella quale si chiedeva il dissequestro sia degli 8.960 euro che di una pistola a gas trovati in casa di un 18enne indagato per omicidio insieme a un 19enne. Quel denaro diviso in mazzette da 1.000 euro l’una è stato poi ritrovato perché nelle chat fra Paolo Stasi e la madre Annunziata D’Errico dove si parlava della droga che ogni giorno Stasi avrebbe ceduto ai due ragazzi giornalmente. Fatti poi confermati dalla stessa madre di Paolo quando il 24 novembre scorso fu ascoltati in caserma come persona informata sui fatti, allora, come parte offesa e non indagata. La donna avrebbe aggiunto in quell’occasione anche un particolare utile successivamente all’individuazione del movente del delitto: ovvero che in casa, madre e figlio, avrebbero custodito la droga ceduta poi a terzi dal loro fornitore.

I soldi “sporchi”

Quei soldi, quasi 9 mila euro, secondo le ipotesi avanzate dagli inquirenti e confermate poi dal Tribunale del Riesame, sarebbero i guadagni accumulati con la vendita delle dosi di droga. E’ stata ritenuta, quindi, infondata la ricostruzione fatta dalla difesa che quel denaro fosse stato messo da parte dal 18enne indagato lavorando per conto dello zio.

Nell’ordinanza dei giudici Federico Sergi, Adriano Zullo e Leonardo Convertini, quei profitti provenivano dalla vendita di sostanze stupefacenti a terzi. Mentre, si legge nell’ordinanza, così come riportato da Il Messaggero: “Le cessioni appena indicate si erano protratte per oltre un anno ed avevano avuto luogo con cadenza pressoché quotidiana, come emerso dal contenuto del verbale di sommarie informazioni rese al pubblico ministero da Annunziata D’Errico”.

“Si trattava di profitto di provento del reato di cessione continuata da parte di….di sostanza stupefacente a soggetti diversi da D’Errico e Stasi, tenuto conto che in casa di quest’ultimo era stato custodito e confezionato, per la successiva cessione a terzi, lo stupefacente su indicazione di….”. Alla base del delitto del giovane Paolo Stasi quindi ci sarebbe uno “sgarro” da parte sua verso coloro che oggi sono indagati anche per spaccio.